Le staminali ricavate dal grasso utili per evitare guai al ginocchio

Buone notizie per chi soffre di degenerazione della cartilagine

Corrado Bait*Buone notizie in arrivo per chi soffre di degenerazione della cartilagine del ginocchio. Da oggi c'è una nuova possibilità per procurarsi le cellule staminali mesenchimali che si utilizzano per contrastare la malattia, molto diffusa oltre una certa età e responsabile di fastidi e limitazioni anche piuttosto gravi. Si riesce, infatti, a ricavare le cellule staminali mesenchimali dal grasso del paziente stesso, il cosiddetto grasso autologo. Come molti studi hanno dimostrato, il nostro grasso è ricco di cellule staminali adulte e ricavarle con questa metodica è poco invasivo: con una cannula sottile basta prelevare pochi centimetri cubici di grasso dai punti del corpo in cui questo è naturalmente presente.Il grasso così ricavato viene quindi «lavorato» con processi che permettono di isolare queste preziose cellule, che sono poi trasferite nell'articolazione in cui si vuole attivare il processo di rigenerazione e riparazione.Le indicazioni, quindi, sono quelle delle forme iniziali di degenerazione cartilaginea articolare che spesso sono fonte di dolore e limitazione funzionale a ogni età.Nella stragrande maggioranza dei casi, è l'articolazione del ginocchio a essere particolarmente interessata da questa nuova metodica, infatti può essere applicata in associazione a interventi chirurgici tradizionali per «aumentarne» l'efficacia biologica oppure come semplice infiltrazione articolare.Attenzione però al fatto che l'utilizzo in ortopedia del tessuto adiposo, e in generale delle cellule staminali mesenchimali, presenta ancora alcune incertezze. Come accade per ogni novità, infatti, non c'è follow up e, quindi, non si conosce l'evoluzione a 510 o 20 anni come è invece nel caso di altre metodiche. Anche se di sicuro i trattamenti con le cellule mesenchimali non sono in alcun modo nocivi o dannosi, bisogna ammettere che a oggi mancano ancora chiare evidenze sulla loro efficacia.

Gli studi sono promettenti, ma le certezze devono ancora arrivare. E di questo, ovviamente, il paziente va informato.*Aiuto responsabile Unità Operativa di Chirurgiadel Ginocchioe Traumatologia dello SportIstituto Clinico Humanitas

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