Tè nero e vino rosso riducono il rischio di demenza senile

Ricercatori americani hanno scoperto che bere tè nero e vino rosso potrebbe diminuire il rischio di demenza senile. Gli studiosi, però, dicono che i risultati non sono definitivi

Tè nero e vino rosso riducono il rischio di demenza senile

Arrivano ulteriori conferme a proposito delle proprietà salutari del , in particolare la variante nera, del vino rosso e di altri alimenti come, per esempio, i cavoli e i broccoli. In particolare, secondo un nuovo studio, sembra che questi e altri alimenti riducano il rischio di demenza senile perché sono ricchi di sostanze chiamate flavonoli, alleati della salute del nostro cervello.

Lo studio, pubblicato su Neurology, proviene dalla Rush University di Chicago dove un gruppo di ricercatori ha preso in esame più di 900 persone anziane, avendo chiesto prima informazioni circa il loro regime alimentare. Coloro i quali hanno consumato buona parte dei flavonoli, corrispondenti a una tazza di tè nero al giorno, avevano la metà delle probabilità di sviluppare l'Alzheimer.

Oltre al tè, anche l'olio d'oliva, le pere, le arance e i broccoli son risultati essere alimenti sani che aiutano a prevenire la demenza senile. Per ora c'è cautela tra gli scienziati perché i risultati non sono ancora definitivi e, dunque, non c'è urgenza di apportare modifiche radicali alla propria dieta. Lo stesso autore principale della ricerca, il dottor Thomas Holland, ha spiegato: "Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi dati, ma si tratta di risultati promettenti. Mangiare più frutta e verdura e bere più tè potrebbe essere un modo abbastanza economico e semplice per aiutare le persone a prevenire la demenza di Alzheimer. Con l'aumento della popolazione anziana in tutto il mondo, qualsiasi diminuzione del numero di persone con questa malattia devastante, o addirittura ritardandola di qualche anno, potrebbe avere un enorme beneficio per la salute pubblica".

In una prima parte dell'analisi i flavonoli sono stati suddivisi in quattro tipi: kaempferolo, isoramnetina, miricetina e quercetina. Il primo, presente nelle verdure a foglia verde, ha ridotto del 51% il rischio di demenza. Le diete ricche di isoramnetina, presente nell'olio d'oliva, nel vino rosso, nelle pere e nella salsa di pomodoro, hanno ridotto il rischio del 38%, così come la miricetina che la si trova nel tè, nel cavolo, nelle arance, nei pomodori e nel vino rosso. Infine, la quercetina che si trova nelle mele non ha avuto effetti.

Le persone prese in esame sono state 921 e con un'età media di 81 anni; tutte sono state seguite per 6 anni con controlli annuali e hanno compilato un questionario ogni anno sulla frequenza con cui mangiavano quegli alimenti. In totale sono stati diagnosticati 220 casi di Alzheimer. Coloro i quali hanno consumato buona parte dei 15,3 milligrammi al giorno previsti, hanno avuto il 48% in meno di probabilità di contrarre la demenza rispetto a chi ne consumava meno.

L'Alzheimer Society ha fatto sapere che alti livelli di antiossidanti possono aiutare a proteggere dai danni alle cellule cerebrali. Nonostante questo, vi sono dottori che non concordano, come la dottoressa Ada Garcia, docente di nutrizione per la salute pubblica all'Università di Glasgow, la quale afferma che gli antiossidanti non sono una pillola magica in grado di prevenire la demenza e che, se assunti ad alte dosi, possono avere anche effetti negativi sulla salute.

Infine, sempre l'Alzheimer Society rileva che la demenza è destinata a essere il più grande killer del ventunesimo secolo e ricorda come, non essendoci una vera e propria cura, la chiave risiede nella prevenzione.

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