Economia

Il saluto di Berlusconi all’avvocato della tv

da Milano

Nella chiesa di Milano Due, ieri mattina, la famiglia e gli amici hanno dato l’estremo saluto ad Aldo Bonomo, presidente della Fininvest, morto il 31 agosto dopo una breve malattia. A rendere omaggio al giurista e pioniere della tv commerciale in Italia, c’erano tutti i «compagni di strada» della sua avventura umana e professionale: in prima fila, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con i figli Marina, vicepresidente di Fininvest e presidente di Mondadori, Barbara e Piersilvio, vicepresidente di Mediaset.
E ancora esponenti di primo piano del gruppo del Biscione, insieme ai protagonisti delle istituzioni e della finanza: il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, il vicepresidente vicario del Milan e presidente della Lega Calcio, Adriano Galliani, l'amministratore delegato e vicepresidente di Mondadori, Maurizio Costa, l'amministratore delegato di Capitalia, Matteo Arpe, il presidente di Banca Mediolanum, Ennio Doris, l'ex sindaco di Milano Paolo Pillitteri, l’ex ministro Cesare Previti e il direttore generale del Milan, Ariedo Braida. Davanti a una chiesa gremita, il premier stesso ha tenuto l’orazione funebre, ricordando «l'amicizia, la stima e l'affetto che ci legano a Bonomo». Berlusconi, visibilmente commosso, ha anche parlato «di quella che è stata la nostra vita: siamo nati insieme - ha detto il premier - negli anni Ottanta e Aldo Bonomo è parte importante della nostra storia e della nostra famiglia». Il presidente del Consiglio ha proseguito, tratteggiando il ricordo di «tutte le battaglie combattute per fare nascere in Italia, in un momento in cui era ancora difficile, la televisione commerciale» e ha parlato anche delle «oltre 300 cause che abbiamo dovuto affrontare». Con la scomparsa di Bonomo «se ne va una parte fondante del nostro gruppo».
Esperto di diritto d’autore, infatti, Aldo Bonomo - torinese «naturalizzato» milanese, classe 1929 - ha avuto il compito di difensore della tv privata fin dai suoi primi passi, nel 1978 con Telemilano e poi via con Canale 5, Italia 1, Retequattro, alle prese con incertezze del diritto e pretori dall’oscuramento facile.
L’«avvocato della televisione» mette in questo compito tutte le sue capacità professionali e la sua sapienza giuridica, e getta le basi di un diritto che non c’era: quello radiotelevisivo. «Nel mio lavoro - spiegò in una delle rare interviste - ho coniato i concetti giuridici che hanno consentito alla magistratura di avvicinare una realtà tecnica fino ad allora insondabile come soggetto giuridico». Quando la legge Mammì, che nel 1990 sancisce la nascita di un sistema televisivo misto, segna di fatto la fine della «guerra dell’etere», Aldo Bonomo è ormai uno dei massimi esperti di diritto in campo radiotelevisivo. È e resta il consulente di Fininvest: ma sono in arrivo nuovi incarichi al vertice, in coincidenza con la riorganizzazione del gruppo dopo l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi, nel 1994. È consigliere di amministrazione di Mediaset fino al settembre 1996, anno della quotazione in Borsa: nel giugno 1995 entra nel consiglio di Publitalia ’80. Nel luglio 1996 Fedele Confalonieri lascia la presidenza della Fininvest per dedicarsi interamente a Mediaset, e Aldo Bonomo prende il suo posto.

E lì svolge il suo ruolo, lontano dai riflettori, fino a che la malattia lo costringe ad abbandonarlo.

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