Salvati: «Toro cerca un partner bancario»

Il manager: «Nel 2008 profitti per 239 milioni. Acquisizioni o maggiore dividendo»

da Milano

Toro non rinuncia al business della bancassurance e promette una politica di dividendi «attrattiva e sostenibile». I cardini del nuovo piano triennale sono stati presentati ieri dall’amministratore delegato Sandro Salvati (239 milioni gli utili netti nel 2008) che, pur mantenendo l’obiettivo sulla crescita interna, non esclude di cogliere le occasioni che si dovessero presentare sul mercato. Linea strategica valida in primo luogo per la bancassicurazione dove Toro nei mesi scorsi ha visto sfumare un possibile asse prima con il Banco di Desio (verso il quale c’era stato un approccio) e poi con la Banca Popolare di Milano.
«È un tema che ci interessa, dobbiamo trovare interlocutori che condividano la nostra strategia» ha proseguito Salvati presentando il piano industriale al 2008 che stima una crescita media annua degli utili pari al 10,6% a fronte di un risultato tecnico di 183 milioni e premi totali lordi per 3,3 miliardi.
A fine piano l’80% del portafoglio sarà legato al ramo danni e il 20% al vita, la cui raccolta dovrebbe incrementarsi del 9,3% ogni anno. Prevista anche una crescita della profittabilità grazie a un miglioramento del combined ratio del 3,6% e alla riduzione della frequenza sinistri. Abbastanza per permettere a Toro, che lunedì ha annunciato un dividendo straordinario di 0,45 euro, di confermare una generosa politica di remunerazione ai soci.

Nel 2006, infatti, la compagnia assicurativa completerà il calcolo del capitale in eccesso che, ha detto l’ad, «è stimato dagli esperti tra 300 e 800 milioni». A quel punto «se nasceranno opportunità le prenderemo in considerazione. Se non sarà possibile trovarne sul mercato, ci volgeremo verso gli azionisti».

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