Sampdoria Missione salvezza affidata a Cavasin

L’ufficializzazione di quello che era stato già chiarissimo domenica pomeriggio nel dopopartita, dopo che a Mimmo Di Carlo era stato addirittura chiesto dalla società di non presentarsi in sala stampa, (e che a chi capisce un minimo di calcio era chiaro da almeno tre mesi, visto che i blucerchiati mettevano in mostra il peggior calcio del campionato), arriva alle 14,34: il tecnico di Cassino viene esonerato e affida «amarezza e dispiacere per la Sampdoria e per Genova» al suo amico Renzo Ulivieri. Al suo posto, subentra Alberto Cavasin.
È l’undicesima panchina che salta in serie A, fra dimissioni ed esoneri. E soprattutto è l’ennesima conferma della difficoltà dei tecnici di restare a lungo nella stessa squadra: sono rimasti solo in tre gli allenatori che siedono sulla stessa panchina dello scorso anno (Mazzarri al Napoli, Reja alla Lazio e De Canio al Lecce) e, per di più, uno dei tre, quello della formazione salentina, a un certo punto si era dimesso ma è stato confermato dalla società.
Insomma, sempre più, per allenare in serie A ci vuole un fisico bestiale. E, almeno fisicamente, visto che è un marcantonio, Cavasin si presenta a Genova con la personalissima certezza di avere quel fisico: «Oggi mi ha chiamato il capitano Angelo Palombo e, nonostante fosse infortunato in un letto d’ospedale, mi ha caricato. Anche se vi assicuro che oggi era ben difficile caricarmi più di quanto lo sia già io di mio». E insiste in continuazione sul fatto che il vero allenamento non è quello tecnico-tattico, ma quello delle motivazioni.
Certo, le credenziali con cui Cavasin arriva a Genova non sono delle migliori: la «panchina d’oro» con il Lecce che il neoallenatore blucerchiato vanta come un logo sul suo sito internet è un lontano ricordo e gli ultimi anni parlano, fra l’altro, di una serie di esoneri: con la Fiorentina nel 2003-04, con il Treviso nel 2005-06, con il Messina nel 2007, con il Brescia nel 2009-10 e con il Bellinzona nella Super League Svizzera, con un ruolino di marcia di tre punti in dodici partite. Insomma, un disastro. Mitigato solo dalla considerazione del fatto che il nuovo tecnico della Samp è subentrato molto spesso a stagione in corso, senza riuscire a raddrizzare situazioni compromesse.


Certo, va salutato positivamente il suo annuncio di voler giocare con due punte, rispolverando probabilmente Macheda - tenuto incredibilmente in panchina o in tribuna da Di Carlo - il giocatore di maggior classe di una squadra dove, altrettanto incredibilmente, un onesto faticatore come Palombo viene descritto come una sorta di Pirlo blucerchiato.
Insomma, la sfida è di quelle difficilissime: salvare una squadra che, così com’è, sembra mestamente destinata alla serie B. Basterà la grinta di Cavasin? Già domenica a Catania la prima risposta.

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