Al San Carlo gli studenti «gemelli» di Pechino

Hanno fatto ritorno in patria questa mattina gli studenti cinesi provenienti dalla High School Attached to Tsinghua University di Pechino, ospiti del collegio San Carlo che grazie al suo rettore don Aldo Geranzani e al preside Gao Ce Li hanno siglato una convenzione tra le due istituzioni. Il tutto in coerenza con le molteplici attività svolte nell’ambito dei progetti internazionali dell’istituto di corso Magenta. Coordinatrice Renata Cirina, il preside delle Medie Osvaldo Songini e Daniele Banfi, responsabile del Liceo. Presente alla cena di saluto, la famiglia Introzzi e il presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri che con un discorso di carattere politico, culturale e commerciale ha voluto raccontare i rapporti di gemellaggio che Milano ha dal 1979 con Shanghai: «Il progetto di don Aldo è la prova concreta che già 25 anni fa il Comune di Milano aveva capito l’importanza di questo tipo di contatti. Eravamo carenti sotto il profilo culturale e questo è stato colmato dal San Carlo che oltre mandare delegazioni di insegnanti e professori in Cina si è impegnato a fare conoscere usi e costumi del nostro paese e tutto il sapere didattico di un’istituto così importante nato nel 1869. In primavera sapremo se ci sarà assegnata l’Expo mentre i nostri rapporti di scambio commerciale continuano a crescere». «La scuola cinese che abbiamo scelto dopo numerosi viaggi è nata nel 1915 ed è una delle migliori scuole cinesi che accoglie 3.600 studenti tra gli 11 e i 18 anni. Vi si accede dopo una selezione tra le migliori scuole di Pechino. Il campus della scuola è vastissimo e la biblioteca ha più di 100mila libri, con tanto di alberghi per ospiti e dormitori maschili e femminili. A giugno sarà la volta di un gruppo di nostri studenti che si recherà a Pechino».
Il programma prevede studi, escursioni, sport e conoscenza della loro cultura e tradizione; così come i ragazzi cinesi hanno fatto da noi, accompagnati dalla loro insegnante inglese Yi Chunli e dalla tutor Shan Di. L’Italia è stata scelta per lo studio dell’arte, la Francia per la matematica e la Germnania per la tecnologia. Tutto è programmato, così come la mente di questi studenti è predisposta e finalizzata a insegnamenti specifici. L’insegnante di filosofia del San Carlo dice che la mente di questi giovani è operativa, non si chiedono il come e il perché delle cose; si affidano e accettano le tesi che vengono loro impartite.

Ma con don Aldo finiti gli studi si sono lasciati andare a chiedere di Dio e della spiritualità, gli hanno detto che Mao ha fatto del bene alla Cina ma che la Rivoluzione culturale era sbagliata. Cina significa «terra di mezzo», e il suo giudizio è che quello cinese è un grande popolo con un animo nobile, ma che i più deboli sono quelli che stanno facendo le spese di questa grande crescita.

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