San Vincenzo, futuro in stile Ottocento

Piazza Colombo sarà un teatro a cielo aperto e senza parcheggi

San Vincenzo, futuro in stile Ottocento

Chiara Ennas

Il quartiere di San Vincenzo, inteso come quella parte di città che si estende dall’Acquasola a Brignole, a via XX Settembre, potrebbe presto cambiare volto: una trentina di studenti della facoltà di Disegno industriale e di Architettura, hanno infatti presentato alcuni spunti e bozze di progetti per la riqualificazione del quartiere, da un lato mantenendosi assai concreti, dall’altro dando sfogo anche alla fantasia. L’iniziativa è stata presa da Giuliano Bellezza, presidente della circoscrizione Centro-est, con l’appoggio finanziario della fondazione Carige e del suo consigliere Pierluigi Vinai e la collaborazione dell’Università e di diverse associazioni, come «Vivere nella città».
L’obiettivo è quello di far apprezzare San Vincenzo non solo come via commerciale, ma anche come patrimonio artistico - per le sue chiese, ville e palazzi dell’Ottocento - e culturale, visto che si snoda su un antico tratto di strada romana. La stessa area di piazza Colombo vuole essere riportata alla sua natura originaria di portico, con il gioco di coperto e scoperto, aperto e chiuso, ora in qualche modo offuscato dalla presenza delle bancarelle di libri e dai parcheggi: rendere la piazza più pedonale e creare al centro una zona per chi vuole comprare libri, leggere o anche solo chiacchierare e assistere a piccoli spettacoli in una cornice degna di tutto rispetto. Accanto a tutto ciò però anche il tentativo di risolvere i problemi più strettamente «sociali», vista la situazione del vagabondaggio a tarda sera e al mattino presto, e anche evitare situazioni di degrado come quella in cui si trova il triangolo fra salita della Tosse, via Carcassi e salita della Misericordia.
«Quello che caratterizza questo progetto - secondo Linda Falcidieno che, insieme a Franca Balletti, è docente e coordinatrice per l’Università - è l’importanza data a due aspetti: da una parte la qualità della vita di coloro che vivono e lavorano in questo quartiere, le loro esigenze e prospettive sulla zona, dall’altra l’interesse turistico».

Per questo motivo gli studenti si sono interessati agli antichi progetti dell’Ottocento, che addirittura prevedevano un unico polmone di verde che andava da Brignole - da dove ora sono i giardini - fino a villetta Di Negro, passando per l’Acquasola e gli Orti Sauli; ma l’interesse è andato anche ai confini del quartiere, e anche al mercato Orientale: «l’ideale - dice Falcidieno - sarebbe spostarlo in un piano sotterraneo e lasciare libera tutta la piazza», perchè San Vincenzo «non sia più solo una zona di passaggio ma una meta».

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