Gian Maria De Francesco
da Roma
Porte aperte a 350mila extracomunitari, nessuna restituzione del bonus-bebè per i figli degli immigrati e libero accesso per i lavoratori provenienti dai Paesi dell’Est Europa che hanno aderito all’Ue nel 2004. E la sinistra radicale di governo non ha intenzione di fermarsi: sono in vista le modifiche della legge Bossi-Fini per il contrasto dell’immigrazione clandestina nonché della norma che regola i diritti di cittadinanza.
Sanatoria generale. Il governo ha deciso di avvalersi della facoltà di riaprire il decreto che regola i flussi migratori fissati dal precedente esecutivo a 170mila unità. Considerate le 520mila richieste presentate, è stato fissato in 350mila il numero degli extracomunitari aggiuntivi ammessi in Italia. La nuova norma avrà efficacia da fine settembre. «La Bossi-Fini - ha detto ieri il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero in conferenza stampa - è una legge ipocrita perché 520mila datori di lavoro italiani hanno presentato domanda per la regolarizzazione di immigrati che sono già in Italia e che quindi sono entrati irregolarmente». Il nodo della questione è proprio questo. Tanto il decreto legislativo 286 del 1998, emanato dal centrosinistra, quanto la Bossi-Fini del 2002 prevedono di contingentare annualmente l’afflusso di immigrati mediante decreto con la possibilità di ridefinire il numero nel corso dell’anno. Si tratta, però, di persone che risiedono all’estero e che vengono chiamate in Italia per assolvere a compiti specifici (badanti, colf, operai, tecnici specializzati eccetera). Il decreto, invece, viene adoperato per regolarizzare immigrati clandestini, che alla data di ieri avevano presentato regolare domanda, senza nessun riguardo per le necessità dei singoli comparti produttivi. Il ministro di Rifondazione ha però messo in evidenza le ricadute in ambito di polizia fiscale. «Non è solo un atto di solidarietà - ha rilevato - ma garanzia di maggiori entrate per 1/1,5 miliardi di euro con l’emersione di una quota di sommerso». Come ha rilevato l’ex sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi (Fi), «la decisione è preoccupante perché con la prima definizione di 170mila unità erano già coperte tutte le esigenze, mentre questo decreto dà l’idea di sanatoria permanente e richiama flussi clandestini». Per il leader di An, Gianfranco Fini, è «uno stratagemma per aggirare la mia legge, ma la loro non passerà perché non hanno i numeri». Ottimista il ministro degli Esteri, D’Alema: «Noi vogliamo combattere l’immigrazione clandestina con una politica più aperta e intelligente».
Polacchi. «Finalmente si può essere italiani in Polonia e polacchi in Italia, tutti pienamente cittadini europei». Il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, ha spiegato con queste parole l’allineamento di Prodi & C. a Gran Bretagna, Svezia e Irlanda nella rinuncia al contingentamento dell’ingresso di lavoratori da otto Paesi di recente ingresso nell’Ue tra i quali Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e le tre repubbliche baltiche. «Noi restauriamo in qualche modo la posizione che l’Italia aveva inizialmente preso», ha dichiarato il ministro. Ma più che la soddisfazione dell’esecutivo Ue c’è da registrare la presa di posizione di Isabella Bertolini (Fi): «Diventiamo un Paese colabrodo».
Bonus bebè. Ieri il Consiglio dei ministri ha deciso di non chiedere più agli immigrati la restituzione del bonus bebè di mille euro concesso dalla scorsa Finanziaria. Per il ministro della Famiglia, Rosy Bindi, «si tratta di sanare gli errori del precedente esecutivo». Per il leghista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, è una «mini-amnistia per i cittadini extracomunitari che hanno indebitamente incassato il bonus pagato dai contribuenti italiani».
«Zidanizzare» l’Italia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.