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Sandra e Raimondo con i milanesi illustri

Nessuno dei due è sepolto al cimitero Maggiore. Né Sandra né Raimondo. Ma da domani sarà come se lo fossero, anche se non si è ancora deciso nulla sulla loro possibile tumulazione a Milano. I nomi del marito e moglie più famosi della tv e più cari ai milanesi saranno scolpiti, uno a fianco all’altra, sulla lapide del Famedio, assieme ai milanesi che hanno fatto la storia della città. «In oltre 120 anni, è la prima volta che due nomi vengono scritti vicini, in passato non era mai accaduto un fatto del genere» spiega il presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri che domani prenderà parte alla cerimonia assieme al sindaco Letizia Moratti, di ritorno da Shangai, e all’assessore ai Servizi Civici Stefano Pillitteri.
«In questo caso - aggiunge Palmeri - ci è sembrato normale ricordarli così, assieme, anche alla luce della loro scomparsa a distanza di pochi mesi l’una dall’altro, nello stesso anno solare». E così i cittadini che andranno a visitare i loro cari al cimitero Maggiore, avranno modo di dedicare un pensiero anche a Raimondo, scomparso lo scorso aprile e sepolto nella tomba di famiglia a Roma, e a Sandra, deceduta a settembre all’ospedale San Raffaele e sepolta nel cimitero di Lambrate. Con i nomi scolpiti vicini sul «pantheon dei grandi», la coppia sarà nuovamente riunita.
Assieme a «casa Vianello», le lapidi riservate ai cittadini illustri e che si sono distinti nella storia della città saranno dedicate all’intellettuale e critico d’arte Guido Ballo, al padre del Sacrario dei Caduti Giuseppino Bossi, allo storico presidente della Acli Lorenzo Cantù, al primo direttore del Dopoguerra del Sole 24 Ore Piero Colombi, alla fondatrice del coro dei piccoli cantori di Milano Niny Comolli. E ancora, all’ex presidente della società Milano Ristorazione Ivan Dragoni, al giornalista sportivo Gian Maria Gazzaniga, al fondatore del Milan Herbert Kilpin, alla fondatrice e presidente del movimento dei Focolarini Chiara Lubich, allo scrittore Giorgio Manganelli, al pittore e fondatore dell’Inter Giorgio Muggiani. Il Famedio ricorderà anche i nomi dell’avvocato ed ex assessore alla Cultura Francesco Ogliari, dell’oncologo e presidente della Lega Tumori Gianni Ravasi e del mezzosoprano Giulietta Simionato.
Prima della cerimonia per scoprire la lapide del Famedio, è possibile che venga anche dedicato un ricordo ai caduti dell’Unità d’Italia. Molte delle loro tombe si trovano infatti a pochi passi dal monumento.

«Vorremmo onorare le loro lapidi - spiega Manfredi Palmeri - alla vigilia del 4 novembre e nell’anno del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia».
L’idea è quella di deporre, a fianco delle lapidi dei combattenti, un bouquet tricolore, con fiori bianchi, rossi e foglie verdi.

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