Sangue, premiati i donatori Avis. Ma resta l'emergenza

Durante la consegna dei riconoscimenti ai volontari, il Comune lancia un appello ai giovani: «Mancano le sacche di plasma, aiutateci»

Questa sera, in occasione della festa del donatore Avis, i 50mila volontari che hanno donato il sangue riceveranno un riconoscimento da parte del Comune di Milano. La serata sarà anche il momento per lanciare un appello ai 18enni milanesi perché anche loro entrino a far parte del mondo Avis e aiutino a risolvere il problema della carenza di sacche di sangue. «Sono orgogliosa - spiega il sindaco Letizia Moratti - che una realtà tanto straordinaria come Avis abbia visto la luce proprio nella nostra città. Donare il sangue è un gesto di grande generosità e di impegno civile. Oggi Avis è sinonimo di impegno per la donazione, l'impegno di ciascuno per il bene di tutti, della generosità della nostra Milano e della sua responsabilità».
L'assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna fa i conti e rileva che «a Milano il rapporto con il numero degli abitanti è alto: 6,2%, a fronte di una media nazionale che non supera il 4%. Eppure manca sangue». L'emergenza non è di poco conto: soltanto due grandi ospedali, l'Istituto Nazionale dei Tumori e il Policlinico, sono autosufficienti.

«Nelle strutture sanitarie milanesi - spiega Landi - vengono trasfusi ogni anno circa 120mila concentrati eritrocitari, di cui 45mila prelevati fuori Milano. Per raggiungere l'autosufficienza, Milano avrebbe bisogno, ogni giorno, di 150 donazioni in più. Speriamo pertanto che altri milanesi seguano l'esempio dei 1600 donatori periodici che premiamo stasera».

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