«Sanità, il deficit del Lazio ci costa 5 miliardi» 

Il super prestito del Governo al Lazio, costa alla Lombardia qualcosa come 5 miliardi di euro. La decisione dello Stato di coprire il deficit sanitario da 9,9 miliardi del Lazio a interessi zero ha conseguenze pesanti sul bilancio lombardo. Il conto è presto fatto: nell'arco di 30 anni, cioè della durata del prestito, il costo reale del denaro erogato al Lazio arriverà a circa 23 miliardi di euro, tenuto conto dell'inflazione e dell'anticipo di cassa. Poiché la Lombardia compartecipa alla spesa sanitaria pubblica per il 20 per cento, il costo che si trova sulle spalle lievita a 5 miliardi. Assurdo secondo il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni: «I soldi dei lombardi non possono essere usati per fare un regalo al Lazio. Si tratta di un dirottamento di risorse a vantaggio di alcuni cittadini e totalmente a svantaggio di altri. Il deficit del Lazio deve essere sanato dal Lazio non dallo Stato». Va bene la solidarietà, ma questo è troppo. Tanto che la Regione Lombardia apre un contenzioso nei confronti dello Stato e chiede chiarimenti urgenti sull'accordo. Innanzitutto perché il Governo entri nel merito dell'accordo con il Lazio «di cui non aveva parlato mai prima e con il quale tocca anche i soldi di altri».
All'assessore lombardo al Bilancio, Romano Colozzi, non va giù che lo Stato non abbia rispettato la legge secondo cui, dal 2001, gli enti non possono indebitarsi sulla spesa corrente. «Se lo Stato intervenisse con tutti quelli che fanno così - polemizza Colozzi - andrebbe totalmente in default. Lo Stato non chiede interessi, ma li deve pagare sulla cifra che dà in prestito».
La questione rende ancora più aspra la polemica intorno ai ticket da 10 euro voluti dal premier Romano Prodi. «Il Governo eroga un prestito del genere - fa notare Formigoni - e non riesce a trovare gli 811 milioni di euro necessari a coprire i ticket». Ora Regione Lombardia attende che il Parlamento si pronunci sull'argomento. Alla richiesta di Formigoni di delucidazioni sulle politiche sanitarie del Lazio, il presidente del Lazio Piero Marrazzo replica: «Ci siamo impegnati a ridurre il debito ma per farlo c'è bisogno anche della solidarietà nazionale».
Il capogruppo lombardo di Fi, Giulio Boscagli, sostiene che ancora una volta «si evidenzi una politica centrale che non tiene conto delle gestioni di "eccellenza", ma che si mantiene sul modello dello Stato assistenzialista, che toglie alle Regioni virtuose per premiare quelle che non sanno gestirsi, incrinando in questo modo lo stesso rapporto di fiducia tra cittadino e Stato».

Anche da parte del gruppo della Margherita, il capogruppo Guido Galperti, torna a chiedere l'applicazione del federalismo fiscale, da «far rientrare al più presto nell'agenda del Governo». Secondo i Dl, «i debiti di altre regioni, dovuti non a fatti eccezionali ma a una cattiva gestione, non possano continuare a essere ripianati a piè di lista con i soldi dei cittadini italiani».

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