Sanità, il ministro manda gli ispettori in Puglia

Il mondo politico si scatena di fronte alla tragica morte dei due neonati di Foggia e riesce a litigare pure di fronte al dolore delle famiglie. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, invece, non parla. È commosso. Condivide il «profondo dolore dei familiari» delle piccole vittime ma prima di prendere decisioni vuole vederci chiaro. Così spedisce i suoi ispettori in quel reparto di terapia intensiva per sapere se effettivamente si è trattato di un caso di malasanità. E in quell'ospedale nei prossimi giorni ci sarà un vero e proprio affollamento di esperti. Un’altra indagine, infatti, viene aperta dalla regione Puglia e una terza è stata avviata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali. Il suo presidente, Leoluca Orlando, lavora anche su un altro caso ancora non chiarito: quello delle due gemelline e della loro madre, morte all’ospedale San Matteo di Pavia il 3 gennaio scorso.
C’è dunque fermento dinanzi a un’escalation di decessi improvvisi che ha lasciato a bocca aperta gli italiani. Sono infatti quattro i nuovi casi di presunta malasanità avvenuti in pochi giorni e coinvolgono strutture del Nord e del Sud del Paese, indistintamente. Oltre al caso dei due neonati, si conta il caso dell’ottantenne morto dopo essere caduto da un’autoambulanza a Bari, della donna morta di tumore in Trentino che non aveva ricevuto il risultato del pap test, del giovane morto d’infarto a Pisa poco dopo essere uscito da un pronto soccorso. Episodi che riportano alla ribalta il problema della gestione della Sanità sul territorio. Ormai è «un bollettino di guerra e si contano a decine i casi di malasanità denunciati in Italia», avverte la Commissione parlamentare, che, oltre ai indagare sui casi denunciati chiede «un salto di qualità nella gestione del settore salute» perché «accanto tante professionalità ed eccellenze nel settore permangono aree di inefficienza insopportabili». Immancabile la proposta del Pd legata alla costituzione di un’ennesima Authority, che vigili sugli episodi di malasanità. Il disegno di legge è stato presentato dal presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, Ignazio Marino. Si dovrebbe chiamare Agenzia nazionale del garante e avrebbe il compito di effettuare controlli e verifiche della qualità delle prestazioni e delle cure offerte. Inoltre avrebbe anche un potere concreto: quello di far chiudere reparti ospedalieri e strutture sanitarie non idonee.
L’idea è stata stroncata non solo dalla maggioranza ma anche da Umberto Veronesi. «Il garante per la salute non serve, cosa può garantire? - replica il professore a margine di un'iniziativa legata al suo movimento Science for peace - Ci vuole invece un buon sistema: bisogna rifare gli ospedali, rinnovarli, usare tecnologia. Gli italiani ne hanno molta, siamo tra i Paesi che più di altri la usano in Europa». «Il mio parere - aggiunge il pioniere della lotta contro i tumori in Italia - è che si stia esagerando con questa malasanità. I dati che abbiamo dimostrano che quella italiana è una delle migliori del mondo. Gli episodi spiacevoli accadono dappertutto, quelli che avvengono in Gran Bretagna sono superiori ai nostri. Quindi - conclude - non possiamo immaginare che tutto fili perfettamente quando ci sono decine di milioni di persone che vengono curate con il sistema sanitario».
Critiche alla proposta del Pd anche da parte di Cesare Cursi (Pdl), presidente della Commissione Industria, Commercio e Turismo di Palazzo Madama. «Non serve una nuova Authority contro la malasanità.

Abbiamo già gli strumenti che occorrono, facciamoli funzionare». Gli fa eco Giuseppe Palumbo (Pdl), presidente della commissione Affari Sociali della Camera: «L’Agenzia rischierebbe di essere l’ennesimo carrozzone nel quale il politico nomina qualche amico».

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