Roma

Sanità, ora è spoil system selvaggio

Antonella Aldrighetti

Con una «spallata» inaspettata il general manager dell’Asl Rm G, Giovanni Di Pilla, a due mesi e mezzo appena dall’insediamento ha cancellato su due piedi tutti gli incarichi dirigenziali dell’azienda sanitaria.
L’atto di revoca per declassare in un colpo solo circa 150 responsabili, tra medici e amministrativi, è stato firmato già il 26 ottobre scorso ed è stato motivato con il bisogno di avviare «il processo di riorganizzazione delle strutture aziendali e nelle more di una più ampia e organica rivisitazione dell’atto aziendale». Un metodo tutt’altro che sibillino per chiedere al personale medico e paramedico di dimenticare quanto era stato portato avanti e ratificato dalla vecchia gestione del manager Antonio Palumbo. Già, perché tutti gli incarichi dirigenziali, oramai da considerarsi carta straccia, erano stati siglati proprio da Palumbo con il consenso «bipartisan» dalle rappresentanze sindacali: triplice e autonomi. Che avevano accordato gli incarichi per la necessità di attivare quell’atto aziendale necessario al funzionamento dei distretti sanitari di ben sette cittadine dell’hinterland romano (Tivoli, Monterotondo, Colleferro, Zagarolo, Subiaco, Palestrina e Palombara) a patto che naturalmente, ciascuno dei dirigenti venisse sottoposto periodicamente a verifica e valutato secondo criteri omogenei alle mansioni affidate. Ma non è certo sulla base di quest’ultima verifica che si «incardina» l’atto di revoca: i 150 «epurati» l’hanno infatti superata in toto come risulta dagli atti dirigenziali. Un fatto che porterebbe a supporre che il provvedimento firmato da Di Pilla potrebbe essere mosso più da un pregiudizio ideologico (infatti Palumbo è stato uno dei manager scelti dall’ex giunta Storace), piuttosto che da reali e concrete azioni di programmazione di gestione.
A dar credito alla supposizione c’è peraltro il fatto che lo stesso nuovo manager vanta un curriculum di dirigente politico prima nelle file del Pds e poi dei Ds tanto che, in qualità di consigliere regionale del Molise, è stato pure membro della commissione sanità locale oltre che vicepresidente del consiglio. E dell’opinione che di pregiudizio ideologico si tratti è pure il sindacato di categoria Fials-Confsal che reputa l’azione epuratrice come «una scure incontrollata mossa dal bisogno di attuare a tutti i costi lo spoil system per ritoccare gli assetti operativi delle aziende sanitarie a seconda di dove tiri il vento della maggioranza regionale». Tant’è che nella notizia di revoca degli incarichi non v’è assolutamente menzione di un accordo sindacale ulteriore per formularne di nuovi anzi, l’argomento non è proprio toccato. L’unica certezza che adesso rimane è che funzionari e operatori saranno in cerca di chi dovrà impartire loro ordini e mansioni.
«Certe iniziative servono solamente a gettare i semi della discordia tra i dipendenti perché la revoca dell’incarico è praticamente illegittima in quanto tutti gli “epurati”, avevano superato brillantemente la verifica per continuare a svolgere l’incarico - ha aggiunto il segretario della Fials Gianni Romano -. Non si trattava di contratti legati al cosiddetto spoil system, ma semplicemente al periodo prefissato nell’atto di nomina di cui, ora i dirigenti medici e amministrativi ne sono stati privati senza giustificazione alcuna».

Ci potrebbe essere un altro modo di leggere l’anomalo provvedimento di Di Pilla?
«L’imminente rimozione dei dirigenti amministrativi della Asl Roma G nominati nel 2004 è l’ennesimo atto di arroganza da parte di una sinistra che - ha dichiarato il consigliere di Alleanza nazionale, Pietro di Paolo - da una parte sa fare solamente annunci su provvedimenti che non sa attuare e dall’altra, in modo militaresco, procede a vere e proprie epurazioni di funzionari validi che hanno saputo dimostrare sul campo le proprie capacità professionali».

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