da Milano
Le Fondazioni della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (Cariparo) e della Cassa di Risparmio in Bologna (Carisbo) hanno ceduto parte delle loro quote nel capitale di Sanpaolo Imi, per un totale del 5,57%, pari a un valore di 1,3 miliardi di euro. L'istituto padovano ha ridotto il pacchetto detenuto in Sanpaolo Imi del 3,57%, quello bolognese del 2,0%.
La riduzione delle quote - annuncia una nota congiunta - ha avuto luogo tramite cessione di azioni privilegiate Sanpaolo Imi, per effetto combinato dell'esercizio di opzioni call sul titolo vendute al mercato nel corso dell'anno e di un collocamento sul mercato dei blocchi a investitori istituzionali. Fondazione Cariparo e Fondazione Carisbo deterranno rispettivamente una quota del 4% e del 2,85% del capitale ordinario di Sanpaolo Imi e una quota del 7,04% e del 5,55% del capitale totale della banca.
L'operazione di cessione delle quote consente alle due Fondazioni - precisa la nota - di ottemperare alle indicazioni previste dalla legge Ciampi, diversificando gli investimenti patrimoniali al fine di aumentarne la redditività.
Le due Fondazioni rilevano tuttavia che, in un contesto caratterizzato da un'aspettativa di rialzo del corso del titolo Sanpaolo Imi hanno deciso di rimanere parzialmente esposte al titolo Sanpaolo, stipulando con Morgan Stanley e Mediobanca appositi contratti derivati, regolati esclusivamente per cassa.
Ieri il Sanpaolo Imi ha confermato di volersi concentrare sul rafforzamento della rete: entro i prossimi tre anni il gruppo aprirà 250 nuovi sportelli in Italia, mentre un centinaio saranno razionalizzati per eliminare le sovrapposizioni. Al termine la banca potrà contare su circa 3.400 sportelli contro gli attuali 3.100. Mentre il gruppo si avvia a concludere un 2005 record, il presidente Salza ribadisce anche la volontà di espansione all'estero e sottolinea la solidità del sistema bancario italiano: «È forte - ha detto - e non ha timori se si perde qualcuno per strada». Interrogato su Fazio ha risposto: «Non è nel mio dna parlare del controllore». Poi ha precisato: «La nostra è una banca contendibile per chi non lo ricordasse, è l'unica banca quotata alla Borsa di New York».
Il presidente ha poi aggiunto che «dopo il fallimento del tentativo di aggregazione con Dexia, è evidente la volontà per una espansione all'estero. Siamo la banca italiana più presente all'estero, in 34 mercati con oltre 3mila persone con 41 nazionalità diverse».
«In Fiat abbiamo un patto di consultazione e non ci sentiamo a rischio» ha aggiunto Salza. Quanto a uneventuale uscita dal capitale «ci ragioneremo», ha detto.
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