Sanpaolo-Intesa, Cariparma va all’Agricole

Ma per i francesi la conquista del gruppo parmense è solo il primo tassello

Massimo Restelli

da Milano

Nominare un altro advisor da affiancare a Citigroup per avere certezza della congruità del concambio concordato con Banca Intesa: a dispetto dei toni rassicuranti scelti da Enrico Salza e Alfonso Iozzo, secondo quanto risulta al Giornale, martedì è stata la richiesta avanzata da un consigliere indipendente a gelare l’atmosfera del comitato esecutivo. Sul tavolo le conclusioni di uno studio redatto il 29 agosto da Merrill Lynch che (con esattezza a pagina 14) si spinge a ipotizzare un rapporto di forza di 3,8 azioni Intesa contro ogni titolo Sanpaolo. Salza avrebbe glissato con un sorriso, forse forte del fatto che i board delle due banche hanno approvato le linee guida del matrimonio all’unanimità (3,115 il concambio), ma a questo punto resta da verificare quale sarà l’atteggiamento degli investitori istituzionali al prossimo passaggio assembleare.
Oltre al fronte delle fondazioni, ad affilare le armi sono infatti gli spagnoli del Santander, convinti che Torino sia stata sottovalutata rispetto alle prospettive del piano industriale predisposto dal direttore generale Pietro Modiano. Nell’ambito della strategia perseguita dal gruppo di Emilio Botin non sembra esclusa una richiesta di coinvolgimento alla Consob ma maggiore chiarezza è attesa al termine della due diligence. In realtà, anche se Salza e Iozzo si sono affrettati a garantire che «non esistono problemi» con i soci e che la trattativa procede nei tempi stabiliti, il clima sul fronte Intesa è decisamente più sereno.
Corrado Passera, ad in pectore del nuovo gruppo, e il presidente Giovanni Bazoli hanno infatti sostanzialmente coronato il progetto per consegnare Cariparma nelle mani del Crédit Agricole in cambio del via libera definitivo alle nozze. Ieri l’incontro chiave a Parma tra la Banque Verte (con il presidente René Carron e il direttore generale Georges Pauget) e la fondazione di Carlo Gabbi conclusosi con la condivisione di alcuni «principi preliminari». Cui seguirà a breve la nomina degli advisor per il piano industriale: l’ente ha posto come condizione che la sede legale sia a Parma, di rientrare in Cariparma (10-20% del capitale) e di esprimere fino al 30% del board. La banca sarà, poi, rafforzata da Friuladria o da almeno la metà dei 600 sportelli che San-Intesa dovrà cedere per limiti Antitrust così da creare una rete simile a quella ottenuta dai rivali di Bnp Paribas con l’Opa su Bnl.

In serata è stato però lo stesso fronte dell’Agricole a circoscrivere la portata dell’accordo considerato solo un primo tassello del percorso per sciogliere le proprie riserve. Da affrontare rimane, infatti, il nodo del risparmio gestito dove occorre una soluzione a una convivenza Caam-Eurizon che appare difficile.

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