nostro inviato a Sanremo
E vai così, inizia la beatificazione di Celentano. Chapeau. Darà in beneficenza, come peraltro annunciato, il suo cachet festivaliero fino all’ultimo euro. Anzi, il direttore artistico Gianmarco Mazzi ha pure precisato che il Molleggiato sosterrà la trasferta e le tasse sulla donazione: sostanzialmente Celentano paga per andare all’Ariston, una roba tipo duecentomila euro di tasca sua se si considerano i tecnici e gli operatori che lo seguiranno in Riviera. Così almeno sembra, e poi vedremo come andrà a finire (mica bastano gli annunci a impedire le verifiche).
Però la conferenza stampa al teatro del Casino di Sanremo è iniziata e finita parlando di lui, al punto che persino il padrone di casa, ossia Gianni Morandi, ha ammesso che «è il Festival di Celentano». In ogni caso sarà un Festival autarchico. A parte i duetti del giovedì con artisti internazionali, tutti comunque celebrati in nome della canzone italiana famosa nel mondo, gli unici stranieri finora ammessi all’Ariston saranno i risorti Cranberries e il dj Martin Solveig, guru di Madonna.
E l’immancabile David Guetta, ospite pure dell’Eurofestival. Il resto, Belèn Rodriguez a parte (che al mercoledì sarà con Elisabetta Canalis sul palco dell’Ariston), parla italiano: da Luca e Paolo della prima serata passando per i Soliti Idioti, Federica Pellegrini, Sabrina Ferilli con Alessandro Siani e l’inattesa Geppi Cucciari. E non è un dettaglio: per oltre trent’anni il Festival si è nutrito di divi stranieri, da Ray Charles a Eminem e Robert De Niro. Certo, qualche sorpresa è ancora possibile e forse si concretizzerà nei prossimi giorni: ma comunque il Sanremo numero sessantadue parlerà italiano.
E la lingua ufficiale sarà il celentanese. Lui, che a quanto dicono è furiosamente impegnato a «fare una bella figura», non ha ancora deciso quante volte apparirà in scena. Secondo il contratto (non firmato), percepirà 350 mila euro a sera. Se fossero due, il compenso sarebbe di settecentomila. Ma se fossero tre o più, oppure anche cinque, il cachet non supererà i 750mila euro. È quindi probabile che ne faccia tre, una delle quali «fuori» dall’Ariston, si dice in collegamento video dall’albergo.
Magari canterà, e forse per questo ha contattato negli ultimi giorni alcuni musicisti per formare una band di supporto. In fondo proprio cinquant’anni fa il Clan ha debuttato con Stai lontana da me (ha vinto il Cantagiro) e quindi perché non rifarla ora? Di sicuro parlerà. A modo suo. Ossia farà un comizio, magari silenzioso, come talvolta gli piace. E poi donerà tutto in beneficenza. A seconda del numero di apparizioni, darà centomila euro a uno o due ospedali di Emergency in zona di guerra (favorito quello di Kabul) e ventimila euro alle 20/25 famiglie bisognose segnalate dai sindaci delle sette principali città italiane, da Flavio Tosi a De Magistris, da Alemanno a Pisapia. Una donazione bipartisan che per ora è un mistero.
E bisogna riconoscere che in nessuna parte del mondo un artista è in grado di condizionare così tanto uno show di tale importanza. «Ma dove lo trovate uno come lui?», ha praticamente gridato ieri Morandi, che lo conosce da «49 anni». Per smentire La Stampa, che ipotizzava un milione e 200 mila euro di cachet, Celentano aveva scritto sul suo blog: chissà che figura farà quando rivelerò i dettagli. L’ha fatto. Ma vedremo come andrà a finire.
Per ora, è lui il vincitore del pre Festival, quella fase che anticipa la settimana sanremese. «Noi il nostro Tevez lo abbiamo ingaggiato, a differenza di altri. Il Tevez di quest’anno è Adriano Celentano» ha clamorosamente dichiarato il direttore di Raiuno, Mauro Mazza. Può essere.
In ogni caso, c’è da festeggiare. La Rai (cioè noi) sborsa un sacco di soldi. Ma l’Italia vince. Una volta all’Ariston trionfavano Hugh Grant e John Travolta (a 400mila euro a botta). Ma forse stavolta il vero vincitore è l’italianità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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