da Milano
Come previsto, formalizzata dal consiglio di Alpitour la nomina al vertice di Daniel John Winteler, alla holding Ifil si è accesa la luce verde sul nuovo amministratore delegato. E così ieri il presidente Gianluigi Gabetti, impegnato nelle scorse settimane a valutare una rosa di candidati, ha sciolto la riserva: è Carlo SantAlbano, 41 anni, torinese, dal 2004 chief operating officer di tutta lattività «fusione e acquisizioni» in Europa del Crédit Suisse First Boston, il manager a cui Gabetti ha deciso di affidare lo sviluppo della società che controlla in particolare il gruppo Fiat.
La nomina di SantAlbano sarà ufficializzata il 7 febbraio, in occasione della prossima riunione del consiglio dellIfil. Ma già oggi il nuovo amministratore delegato sarà a Torino dove, nel pomeriggio, il presidente Gabetti lo presenterà al consiglio dei soci dellAccomandita (il vicepresidente John Elkann, ormai sul punto di assumere un ruolo ancora più importante nelle holding di famiglia, con Tiberto Brandolini dAdda e Alessandro Nasi) riuniti per il tradizionale scambio di auguri e per il consueto punto di fine anno. Allincontro, da quanto si apprende, non è prevista la partecipazione del top management della Fiat.
La decisione di Gabetti di puntare su SantAlbano, che parla correntemente cinque lingue (italiano, inglese, francese, portoghese e spagnolo) trova la sua principale ragione nella grande esperienza internazionale maturata dal banchiere piemontese nel campo delle acquisizioni e, di riflesso, negli investimenti. Per Ifil, infatti, sta per aprirsi una nuova stagione di crescita dopo le ultime operazioni. In questo momento nelle casse della holding ci sono 356,5 milioni, in diminuzione di 323,5 milioni di euro rispetto al saldo di fine 2004 (680 milioni di euro).
A determinare la variazione hanno contribuito, da un lato, gli introiti netti generati dalla cessione della partecipazione nella Rinascente e lincasso di dividendi da partecipate; dallaltro, la distribuzione di dividendi da parte di Ifil e gli investimenti effettuati in Fiat e in Sanpaolo Imi. Sulla holding, intanto, incombe sempre il giudizio della Consob, impegnata a passare al setaccio il complesso dossier che ha permesso agli Agnelli di mantenere il controllo del gruppo Fiat.
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