«Nessun pericolo per la salute dei residenti di Santa Giulia» garantisce l’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli. Chiunque sia passato, abiti o abbia frequentato il quartiere, in particolare la zona dell’asilo e della promenade commerciale, può stare tranquillo. «Sulla base dei dati disponibili a oggi non esiste nessun rischio statisticamente significativo per la salute di chiunque abiti o frequenti il quartiere» parola del Direttore Sanitario della Asl Milano Enrico Bolzoni. Certo è che sulla strada che corre in mezzo alle residenze dove abitano circa 1900 famiglie, la cosidetta promenade, le analisi dell’Arpa hanno rilevato la presenza di sostanze inquinanti - metalli come cadmio, rame, zinco e piombo e idrocarburi. Sostanze, presenti nei terreni di riempimento post bonifica, che sarebbero in concentrazioni superiori ai valori limite stabiliti dalle tabelle ambientali. Per questo motivo la conferenza dei servizi, ovvero Asl, Arpa, acquedotto, Comune hanno concordato la rimozione dalla strada di tutto il terreno «non buono» per dirla con le parole di Masseroli, fino a 3 metri di profondità per sostituirlo con terreno buono.
La stessa cosa avverrà nell’area dell’asilo che si trova in fondo alla promenade: tra qualche giorno dovrebbero iniziare le procedure di rimozione e sostituizione del terreno nel raggio di 30 metri. L’intera operazione, sia per la promenade che per l’asilo, che si aggira sugli 80 milioni di euro di spesa, sarà a carico della società Risanamento. Il rischio, nonostante le buone intenzioni, però, è che l’asilo non possa aprire a settembre. «Ho invitato tempo fa tutti i residenti - spiega ancora Masseroli - a iscrivere i propri bambini in altre strutture, per essere certi che abbiano un posto assicurato».
Intanto la Procura procede con le indagini, aperte a luglio quando venne messa sotto sequestro parte dell’area, per individuare le eventuali responsabilità di quanto accaduto: i terreni bonificati sono stati riempiti con terreni di provenienza sconosciuta. È stato proprio il Comune - ricorda l’assessore allo Sviluppo del territorio - a denunciare presunte irregolarità. «Tra l’altro - spiega l’Arpa - esiste un vuoto legislativo nella normativa sulle bonifiche, tra le più severe in Europa, tra l’avvenuta certificazione di corretta bonifica e la realizzazione dell’attività edilizia. Nessun ente cioè ha il compito di certificare quali terreni vengono usati per riempire quelli bonificati». Qui sta la falla: i terreni di riempimento a Santa Giulia, che contengono materie tossiche, non sono conformi alle procedure.
«Nessun pericolo nemmeno per le acque» spiega il responsabile dell’acquedotto Carlo Carrettini: «L’acqua della città non può essere inquinata in alcun modo, grazie alla profondità dei pozzi, della falda, protetta anche da strati di terreno, e dei nostri filtri al carbone attivo.
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