Il Tribunale del riesame di Milano è noto per la sua severità. Raramente accoglie i ricorsi degli imputati finiti in carcere. Anzi, spesso e volentieri - si veda, sempre in tema di sanità privata, la recente ordinanza sul caso San Raffaele - si dimostra ancora più duro dei giudici preliminari, quelli che dispongono gli arresti chiesti dalla Procura. Così è indubbiamente una doccia fredda quella che alle 16 di ieri piomba sullinchiesta più sensazionale compiuta negli ultimi tempi dalla magistratura milanese, lindagine sulla clinica Santa Rita. Unordinanza del tribunale annulla gli ordini di custodia per omicidio volontario emessi contro Pier Paolo Brega Massone, primario di chirurgia toracica nella clinica di via Jommelli. Non cè alcuna prova, «nemmeno embrionale», che i cinque anziani morti alla Santa Rita siano stati uccisi dalle operazioni inutili volute da Brega Massone per gonfiare i rimborsi pubblici.
A uscire malconce, dallordinanza del tribunale, sono soprattutto le perizie con cui altri medici hanno analizzato su richiesta della Procura quanto accadeva in Santa Rita. Ineccepibile, secondo i giudici, la parte di perizia in cui si analizza il meccanismo dei rimborsi gonfiati; inappuntabile lelenco delle operazioni inutili, degli interventi pesantemente invasivi compiute da Brega e dal suo staff solo per incrementare gli incassi. Ma quando si arriva ad analizzare i cinque decessi, i periti della Procura sarebbero stati troppo sbrigativi: limitandosi a mettere in relazione temporale i due eventi - loperazione chirurgica, poi la morte del paziente - senza analizzare se il primo fosse stato causa del secondo. «Non risultano effettuati esami autoptici sui pazienti; neppure risultano prospettate leggi statistiche indicative del grado di probabilità che lintervento chirurgico determinasse la morte; in alcun modo risulta scandagliata la possibile ingerenza di una causa alternativa». La Procura pertanto non aveva elementi per contestare a Brega laccusa di omicidio volontario, e il giudice preliminare Micaela Curami non aveva elementi per arrestare il medico per quei reati: «Linopportunità dellintervento chirurgico è cosa assolutamente altra dallessere lintervento chirurgico causa in concreto della morte del paziente stesso».
E ora? Brega Massone resta in carcere per gli altri reati contestati: le truffe a ripetizione al sistema sanitario nazionale, le lesioni gravi causate agli ottanta pazienti passati sotto i suoi bisturi e spesso mutilati senza motivo.
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