Controcultura

Sant'Agostino contro il "climatismo"

La lunga citazione che tra poco leggerete è tratta da un libro di cui già parlammo, Il climatismo: una nuova ideologia (21mo Secolo edizioni), e si adatta perfettamente all'attuale situazione di panico derivante dal coronavirus. È tratta da un Discorso (il numero 25) di Sant'Agostino: «Ascoltate di cosa si tratti. I giorni sono cattivi. Non è forse vero che, da quando siamo stati espulsi dal paradiso, trascorriamo quaggiù giorni cattivi? Così i nostri antenati si lamentarono dei loro giorni e gli avi loro si lamentarono dei loro giorni. A nessun uomo son piaciuti mai i giorni della sua vita. Piuttosto, ai posteri piacciono i giorni degli avi; e a costoro, a loro volta, piacevano i giorni che essi non avevano esperimentato e per questo li trovavano piacevoli. Quanto al presente invece, provoca una sensazione pungente (...). Ogni anno quando sentiamo freddo, di solito diciamo: Non ha mai fatto un freddo così; e se sentiamo caldo diciamo: Non ha mai fatto un caldo così». Sant'Agostino lo scriveva circa 1600 anni fa. Un'eternità, per un pensiero che resta eterno. E che si basa su un tic molto umano e che dunque non sembra smorzarsi con le generazioni.

Abbiamo questa idea innata di combinare guai a cui non riusciamo a rimediare. E abbiamo questa via d'uscita politica e molto personale, per la quale le cose prima andavano meglio. Prima le stagioni esistevano e non come oggi. Prima non faceva caldo come oggi. Ma se quel «prima» lo riportiamo a cinquant'anni fa, il problema risultava essere il freddo e non già il caldo. Il contagio, il virus, l'epidemia dovrebbe essere immune a questo ragionamento. Tutti sappiamo che prima, i nostri antenati, hanno rischiato e sono morti di più per la peste, per il colera, per la mancanza di scienza e di igiene. Ma allora occorre trovare qualcosa che «prima» non c'era e per la sua esistenza oggi ci fa male. Ecco che «prima» la scienza e i pericolosi laboratori non c'erano (è falso ovviamente) e in tutti noi si istilla il germe del complottismo, dell'esperimento fuori controllo. «Prima» non c'era la Cina (non è vero), «prima» non c'era la globalizzazione: non contando che proprio quest'ultima ha reso il mondo meno povero e forse il nostro meno ricco, relativamente a «prima».

Almeno sul virus e sulle epidemie dovremmo combattere quel falso senso comune che così bene racconta Sant'Agostino: anche agli avi «piacevano i giorni che essi non avevano esperimentato e per questo li trovavano piacevoli». Meglio sperimentare il coronavirus che la peste. Eppure siamo qua disperati per l'epidemia, che forse c'è, ma che sappiamo combattere. Ben felice di non essere un mio antenato.

Soprattutto oggi.

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