Santana, «Supernatural» rock

Santana, «Supernatural» rock

Si potrebbe discutere sul chi è stato il più grande chitarrista di tutti i tempi: Jimi Hendrix, Eric Clapton, Carlos Santana... Non si finirebbe mai più. Meglio evitare discussioni su argomentazioni così soggettive e relative. Più saggio è addentrarsi in questioni più tecniche. Carlos Santana, classe 1947, è certamente il chitarrista, forse l'unico, di maggiore successo e tra i più apprezzati tra quelli che si ispirarono alla musica meramente strumentale dei primissimi anni '60. A cavallo infatti tra i '50 e i '60, prima ancora della nascita dei gruppi che avrebbero utilizzato per la prima volta la voce come strumento (vedi i Beatles nel 1962, ad esempio), c'erano sulla scena gli Shadows (ricordate Apache?), i Santo e Johnny e sull'onda qualche altro gruppetto. In quel periodo suonavano tutti con il solo ausilio degli strumenti. Niente voce. Quella sarebbe stata utile ai posteri. È da qui che Carlos Santana - che questa sera si esibisce a Brescia, in piazza della Loggia (ore 21.30, info www.ticketone.it), nella seconda ed ultima data italiana dopo quella di ieri a Trieste - ebbe ispirazione. Fu probabilmente il primo chitarrista ad aver sperimentato la distorsione nei pezzi strumentali, metodo anticonformista che si ritrova anche nella scelta della chitarra, una Gibson, che al tempo rivaleggiava con la mitica Fender, proposta invece dall'alternativa Jimi Hendrix, mostro sacro della distorsione, ma in altri termini. Lo stile unico, latineggiante, danzante così come innamorante, è stato fin da subito il fattore decisivo per il successo del musicista messicano. La sua band, i Santana Blues Band, non faceva altro che supportare le sue melodie strumentali, tanto che i primi apprezzamenti del pubblico arrivarono a Woodstock per il brano privo di voce Soul Sacrifice (undici minuti di pezzo!). Il canto arrivò soltanto nel 1969 con l'ingaggio del tastierista Gregg Rolie, che abbandonò la band appena tre anni più tardi. Da lì un ricambio enorme di musicisti a supporto di Carlos. Ma soltanto uno era lo spirito: avvicinare il mondo al rock in salsa latina. E le hit passarono poi anche per qualche cover, come la danzante Evil Ways, in realtà un pezzo di Willie Bobo di qualche anno addietro. Ma servì anche questo per fare di Santana uno dei chitarristi rock più apprezzati di sempre. Sfiorò il crollo, ma soltanto nei primi anni '90, quando le vendite non erano più quelle dei bei tempi. Lo salvò l'album più celebre, quello del 1999: il titolo era «Supernatural» e includeva celebri partecipazioni come quelle del mitico Eric Clapton e del gruppo latin rock Manà. Le vendite? Brani come Corazon Espinado e Smooth portarono l’Lp a oltre 25 milioni di copie. Recenti dichiarazioni hanno intristito milioni di fan di Carlos: il chitarrista avrebbe detto che tra qualche anno si farà sacerdote per rispondere a un profondo bisogno che cova da tempo, abbandonando così l'attività musicale.

Atteggiamento spirituale e filantropico che Santana ha dimostrato anche con Milagro, una fondazione che lo vede a capo di un progetto in difesa dei bambini orfani in stato di indigenza. Tra l'altro, anche in occasione dello show di stasera il musicista devolverà un euro per biglietto venduto alla stessa Milagro.

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