Santanché: «Nelle caserme si usavano farmaci anti-libido»

Castrazione chimica per gli stupratori. L’idea in verità non è nuova, ma il mezzo suggerito ieri da Daniela Santanchè (nella foto) ha messo in subbuglio le caserme di tutta Italia e procurato un certo sconcerto tra le forze armate. Ci sono farmaci in grado di abbassare la libido, ha spiegato infatti la Santanchè nel corso della trasmissione «Cominciamo Bene Estate» su Rai 3, e questi farmaci «si usavano anche nelle caserme» per tenere a freno i bollori dei coscritti. Apriti cielo. «Mai fatti usare farmaci che limitano gli impulsi erotici», è insorto il generale Luigi Ramponi, ex compagno di partito della Santanchè (erano entrambi in Alleanza nazionale), oggi senatore del Pdl e alle spalle molti anni di uniforme.
Tutto finito? Niente affatto, perché la Santanchè in giornata è tornata sulle sue dichiarazioni, confermandole: «È sentire comune che negli anni ’70 si usassero nelle caserme farmaci in grado di inibire la pulsione sessuale», ha ribadito. Per Ramponi (che è stato comandante della Brigata Garibaldi, comandante generale della Guardia di finanza e capo del Sismi), «l’affermazione da parte dell’onorevole Santanchè che nelle caserme delle forze armate si somministrerebbero ai militari preparati chimici tali da determinare un abbassamento degli impulsi erotici, una sorta di castrazione chimica, è assolutamente priva di fondamento.

Per quanto mi riguarda ai miei bersaglieri, carristi, finanzieri non è mai stato somministrato nulla e la direzione generale della sanità della Difesa conferma questa tesi».
«A smentita rilancio», ha insistito però la Santanchè: «È sentire comune, quei farmaci si usavano, e non credo di aver fatto uno scoop».

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