A sentire lei, siamo di fronte a «una maestra delle scuse, con un campionario fornitissimo» che comprende anche malesseri del figlio più piccolo.
Si dice spesso che porti sfortuna inventare malori e malattie: non ha paura?
«Ma no, figuriamoci. Quando tiro in ballo lui, utilizzo piccoli contrattempi legati alla sua salute: una volta qualche linea di febbre, un'altra il mal di pancia. Altre volte invece faccio stare male la babysitter, spiegando che devo per forza sostituirla. Davanti ai problemi legati ai bambini nessuno osa arrabbiarsi per una "buca"».
L'ultima volta che l'ha fatto?
«Poche settimane fa, dovevo presenziare a un evento a tre ore di auto da Roma, non avevo trovato nessuno che mi accompagnasse e proprio non avevo voglia di guidare così a lungo».
E non volendo scomodare i bambini, qual è la ricetta per una scusa che sia davvero convincente?
«Il segreto sta nel ricorrere a quegli inconvenienti che accadono spesso, anche se non necessariamente a noi».
Per esempio?
«Io utilizzo spesso la scusa di non poter prendere l'auto perché una volta, per rubare il navigatore, i ladri mi hanno rotto un finestrino e non ho nessuna voglia che mi accada di nuovo. D'estate funziona bene anche la scusa dell'overbooking. Tutto sta ad averne una sempre pronta».
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