Santoro fa il censore con chi scherza su di lui

I suoi avvocati hanno diffidato Rds a non mandare più in onda l’imitazione che lo mette alla berlina in radio Il patron del network: "Presa di posizione sconcertante, nelle sue trasmissioni lui fa largo uso della satira"

Santoro fa il censore con chi scherza su di lui

Roma Ad AnnoZero si scherza pure. Su AnnoZero non si può. Ad AnnoZero si fa anche satira. Su AnnoZero non si può. E via dicendo. Michele Santoro contro Michele Santoro «alias». Cioè, il vero contro il clone «on air». Quello in carne e ossa, volto noto del piccolo schermo, contro il finto, Joe Violanti, voce nota di Radio Dimensione Suono. Che di tanto in tanto, nel corso del Morning show, striscia mattutina che lo vede protagonista, in compagnia di Max Pagani e Rossella Brescia, si diletta ad andare in onda imitando il giornalista campano. E, spacciandosi per lui, modulando a dovere l’inflessione della voce, prende di mira il politico di turno. Invitandolo, per scherzo, alla trasmissione del giovedì sera. Con tanto di anticipazione inventata della scheda di Marco Travaglio o di una vignetta di Vauro. Ministri, deputati o senatori non importa. Il malcapitato di turno quasi sempre ci casca. E poi se la ride. Anche perché, quando la finta chiacchierata sta per volgere al termine, lo speaker «impostore» si presenta col suo vero nome, svelando il trucco. E a parte qualche eccezione (vedi Renato Brunetta, raccontano, che di recente non ha gradito e non ha quindi firmato la liberatoria) con la maggior parte dei parlamentari va di solito tutto liscio.
Ma tant’è. Per il Santoro che conduce su Raidue - sorridente al cospetto delle performance di Sabina Guzzanti sul Cavaliere, valida spalla dell’amico vignettista, alle cui opere affida la chiusura del programma - la parodia su se stesso forse non s’ha più da fare. Troppo irriverente? Chissà. Ma intanto, dicono si sia arrabbiato. Tanto da chiamare il patron del network, Eduardo Montefusco. «Era irritato», racconta il presidente di Rds, riferendosi ad una telefonata avvenuta circa due settimane fa. «La parodia di Violanti l’infastidisce - aggiunge Montefusco - e in particolar modo non gli va giù che qualcuno dei nostri finga di far parte della sua segreteria per prendere contatti. E così paventa azioni legali. Ma non dimentichiamolo, stiamo parlando di satira. Ed è sconcertante la sua presa di posizione, anche perché, andrebbe sottolineato, in tv ne fa largo uso».
Fin qui la telefonata con cui Santoro inviterebbe Montefusco a dare un taglio agli scherzi radiofonici, lamentando, tra l’altro, un’interferenza nel suo lavoro. Ma la storia non finisce. Rds va avanti. E qualche giorno dopo, nella redazione centrale di Roma, arriva una lettera, spedita da un avvocato del conduttore di AnnoZero. Lo racconta lo stesso Montefusco, pronto a chiarire la sua posizione: «Guardi, la nostra risposta, anche per vie legali, non cambierà d’una virgola rispetto a quella che abbiamo già fornito a voce. Ovvero, siamo nati come radio libera e come tale continueremo a lavorare. I nostri avvocati, che risponderanno nei prossimi giorni, ci assicurano che ci stiamo muovendo in maniera corretta, nell’ambito ben chiaro dell’ironia, sempre riconoscibile. Anche perché, oltre alla legittima liberatoria che chiediamo, alla fine di ogni scherzo il nostro speaker si presenta e dice chiaramente di essere il Santoro di Rds, cioè Joe Violanti». «Il nostro stile - tiene poi a puntualizzare Montefusco - è sempre rivolto al massimo rispetto di tutti. Anche in questo contesto, in cui vogliamo solo strappare qualche risata».
Santoro quindi non la pensa così. Strano, però, per chi come lui, insieme a Vauro, figura tra i vincitori del “36° Premio di satira politica Forte dei Marmi”.

Un riconoscimento ad «una coppia perfettamente affiatata» - si legge nella motivazione - capace di mettere su uno «show contro il politically correct», ma anche «un esempio di cabaret postmoderno», al fine di «realizzare il delitto televisivo perfetto: mettere alla berlina, svelare il malfatto, attaccare in piena irresponsabilità». Ma forse in radio non vale.

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