«Sarà impopolare, ma serve un condono fiscale»

RomaRenata Polverini, presidente della Regione Lazio, anche lei è contro la manovra?
«Io non protesto contro la manovra. Cerco di interpretarla - e non è facile visto che è stata fatta frettolosamente - e di fare delle proposte costruttive. Siamo pezzi di Stato - io rappresento il 10 per cento dell’Italia - il governo non dovrebbe essere felice di ammazzarci».
Ammazzarvi?
«Subiamo tagli netti e repentini. Nel Lazio noi siamo alle prese anche con il piano di rientro del debito sanitario: anche volendo applicare i tagli che la manovra ci impone sostanzialmente siamo nell’impossibilità di farlo. Posso farle un esempio?».
Prego.
«Io mi ritrovo con degli appalti assegnati pochi giorni prima del mio insediamento sulla ristorazione negli ospedali: sei anni al San Camillo a 21 euro a pasto, nove anni a Tor Vergata a 18 euro al giorno, quando la media nel privato non arriva a 6 euro. Sono appalti regolari, che devo rispettare. A meno che il governo non preveda un meccanismo legislativo che mi consenta di uscirne».
Una specie di appello al governo.
«Io non discuto il taglio. Dico solo allo Stato: aiutami. Prendiamo il federalismo fiscale: c’è la possibilità per la regione di aumentare l’Irpef dello 0,5 per cento. Ma nel Lazio e in tante altre regioni soprattutto del Mezzogiorno abbiamo già l’aliquota al massimo. E poi non possiamo applicare una tassa di scopo e anche sulla questione della virtuosità non ci siamo: io eredito una regione che aveva 25 miliardi di debito, ne ho già risparmiati 2, ciò significa che da un anno il Lazio è una regione virtuosa però rischio di trovarmi con 255 milioni in meno per il peggioramento del patto».
Sul contributo di solidarietà almeno è d’accordo?
«No, credo che l’alternativa sia l’innalzamento dell’Iva dell’1 per cento, che non andrebbe a ridurre i consumi e garantirebbe un gettito dai 5 ai 7 miliardi a fronte di 1,3 miliardi che verrebbero dal contributo di solidarietà. E chiedendo una deroga temporanea a Bruxelles potremmo applicare l’aumento anche ai titolari di partita Iva senza consentire loro di scaricarlo».
Altre proposte?
«Sarà impopolare, ma penso a un ultimo condono fiscale, una sorta di armistizio temporaneo dopo il quale scatterebbe una lotta senza quartiere all’evasione fiscale, introducendo meccanismi all’americana come il contrasto di interessi, per cui tu puoi scaricare la fattura dell’idraulico. E poi penso che sia l’ultima occasione per fare una riforma delle pensioni aumentando l’età. In pratica una sorta di scambio: chiedere a chi può andare in pensione di andarci un po’ più tardi e salvaguardare il Tfr, che per i giovani rappresenta una sorta di pensione integrativa».
Della cancellazione di comuni e province che cosa pensa?
«Io mi ritrovo con Rieti a rischio cancellazione dalla cartina perché alla provincia mancano 250 km quadrati di superficie rispetto ai limiti imposti evidentemente per fare contenta la Lega. E considerando che metà dei comuni di quella provincia sarebbero cancellati, potremmo dire che in un intero territorio verrebbe di fatto sospesa la democrazia».
E meno male che non protesta...
«Sì, ma rispetto a tutti quelli che urlano io faccio delle proposte alternative.

Se non verranno prese in considerazione passerò anch’io sulla trincea di chi protesta. Anche perché poi dovrò tagliare su trasporti, servizi sociali, sanità, posti di lavoro. E sarò io a metterci la faccia davanti ai cittadini».

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