da Palermo
La divisa, ancora, non l'ha indossata. «Ma presto - dice - presenterò domanda per entrare all'Accademia militare di Modena, spero proprio di farcela. Voglio continuare nei fatti l'opera di mio padre a servizio della Patria, un'opera per la quale lui ha dato la vita».
Marco Intravaia ha 21 anni. Ne aveva appena 16 quando suo padre, Domenico Intravaia, saltò in aria a Nassirya. Fu allora che, come Giusy Pezzulo, disse che voleva seguire le orme del padre e intraprendere la carriera militare. Un sogno che a poco a poco - adesso è al secondo anno di giurisprudenza - Marco sta cercando di fare diventare realtà.
È inevitabile che dopo simili tragedie un figlio senta il bisogno di continuare l'opera del padre?
«Sì, credo proprio di sì, specie quando questi drammi ti succedono da piccolino, come è accaduto a me. La divisa mi è sempre piaciuta, ma è stato solo dopo la morte di mio padre che ho deciso che davvero quella è la mia strada».
Ogni volta che si consumano tragedie di questo genere per voi familiari il dolore si rinnova...
«Sì, è terribile. Mi ha molto colpito la figlia di Pezzulo, Giusy, che ha detto che suo padre ogni 12 novembre metteva il tricolore alla finestra per ricordare i caduti di Nassirya. Anche io ho raccolto il suo appello, ho onorato il suo papà esponendo la bandiera e continuerò a farlo per ogni anniversario, lo prometto».
Cosa vuol dire a questa ragazza che ha quasi l'età che aveva lei quando suo padre Domenico è morto?
«Dico a Giusy di tenere duro, perché il periodo peggiore è quello che arriverà adesso. Io, personalmente, sono dovuto crescere in fretta, per sostenere mia madre e mia sorella. A 16 anni sono diventato, di botto, l'uomo di casa. Ce l'ho fatta aggrappandomi alla fede ma soprattutto alla voglia di non fare dimenticare quello che mio padre e gli altri caduti di Nassirya hanno fatto per la libertà dell'Irak ma soprattutto per l'onore dell'Italia, la nostra Patria.
Qual è il suo sogno?
«Indossare la divisa e intraprendere la carriera militare. Se non dovessi riuscirci voglio comunque rimanere a lavorare per le Istituzioni».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.