Cronaca locale

Sarà pronto nel 2010 il ponte sul Po crollato per la piena

Lodi«Abbiamo siglato l'ok per il progetto esecutivo del ponte sul Po lungo l’antica via Emilia tra San Rocco al Porto, nel lodigiano e Piacenza». Parla Pietro Ciucci, presidente di Anas. «Il nuovo ponte sarà pronto entro il 2010. Il manufatto provvisorio, invece, sarà già percorribile entro fine ottobre. Mentre in questi giorni la Despe di Bergamo ha già iniziato i lavori di abbattimento dell’impalcato del ponte sul e del viadotto di accesso lato Lodi. Investimento complessivo per la realizzazione del ponte provvisorio, la demolizione e la ricostruzione definitiva: 80 milioni di euro. Manteniamo gli impegni presi con il governo».
Si è concluso, così, in quattro mesi, l'iter burocratico che porterà alla ricostruzione del passaggio sul fiume che fu inaugurato, il 30 ottobre del 1949, dall’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Che divenne dal 12 luglio del 1944, bersaglio persino degli stormi della «Maaf» e che già nel 1947 ebbe un lungo tratto letteralmente frantumato per il gran gelo. Subendo, nel corso degli anni, più e più manutenzioni ma anche tante piene del Po. È così che il presidente della Provincia di Lodi Pietro Foroni può dire: «Non posso che riscontrare l’impegno che ci ha messo, nella vicenda, Anas. Si è agito, finora, con serietà e massima attenzione». È il 30 aprile di quest'anno quando, appena dopo le 11,30, crolla una campata metallica tra il settimo pilone e la spalla del viadotto, sul versante lodigiano. Immediata la chiusura dell’unica via di collegamento diretta tra Lombardia e Emilia Romagna oltre all'autostrada del Sole. E subito, nel pomeriggio, il sequestro giudiziario chiesto dal pm di Lodi Delia Anibaldi. Anas dà la colpa «al carattere straordinario ed imprevedibile della piena del Po».
Le conclusioni della Procura non saranno esattamente queste. Perché le perizie giurate dei tecnici incaricati diranno quanto, poi, sosterrà chiaramente il procuratore capo della Repubblica di Lodi Giovanni Pescarzoli: «Le analisi indicano che la struttura metallica ha ceduto a causa della corrosione e per l’affaticamento determinato dai carichi». E così in sedici, tra dipendenti o ex dipendenti dell’Anas ora in pensione, finiscono indagati a Lodi per crollo colposo. Intanto è allarme tra le aziende confinanti, la cui attività viene pesantemente compromesse dalla strada interrotta. E poi, bisogna pensare ai tanti pendolari, per lavoro o per studio, e si predispongono navette autostradali e il potenziamento delle fermate dei treni. Ma le migliaia di persone che percorrevano ogni giorno questo tratto rivogliono il ponte.
Qualcuno invoca anche l’arrivo del genio pontieri, di stanza proprio a Piacenza, per ripristinare l’arcata che ha ceduto. Ma così il traffico sarebbe potuto riprendere a 20 chilometri orari, non di più. Mentre il nuovo ponte è stato progettato anche a prova di sisma e più alto del precedente, da un pool di professionisti guidati da Michele Mele, ordinario di Ingegneria strutturale e geotecnica a Roma.
Ma, attenzione: anche il nuovo ponte non sarà affatto percorribile per i mezzi pesanti. Innanzitutto, per volontà del sindaco di centro sinistra di Piacenza Roberto Reggi. Non per niente c’è già chi pensa a un terzo ponte.

È la Lega Nord piacentina che nella seduta di consiglio provinciale convocata per il prossimo 21 settembre presenterà una mozione che impegna ad attivarsi per valutare la fattibilità di un terzo manufatto sul fiume a sostegno delle recenti iniziative parlamentari in atto sul tema: un ddl a firma, tra gli altri, dei parlamentari piacentini Massimo Polledri (LN) e Tommaso Foti (Pdl).

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