Sara Ciampi, vent’anni di rime disperate

Una torta con venti candeline potrebbe non bastare a Sara Ciampi. Lei, poetessa genovese, scrittrice tradizionalista, critica letteraria con la passione per la scienza e la politica, malgrado la sua giovanissima età, può permettersi di festeggiare i suoi primi vent'anni di carriera letteraria. Ha soltanto trentaquattro anni, ma vanta già un curriculum vitae da togliere il fiato. Un curriculum di pregio, celebrato anche dalla Treccani, che da gennaio 2010, lo ha inserito nell'enciclopedia on-line. Due anni fa, anche l'enciclopedia Utet aveva provveduto ad accoglierlo tra le proprie pagine. Basta cercarla nell'ambito dell'arte, lingua e letteratura, ed ecco apparire la sua biografia. «Sono orgogliosa - spiega soddisfatta la poetessa genovese -, un riconoscimento importantissimo, visto che considero le enciclopedie come le vette del mondo: K2 ed Everest». Raccontano di lei, anche le antologie scolastiche, le antologie con liriche tradotte in più lingue e i dizionari italiani e stranieri. Potrebbe bastare, ma è necessario ricordare le quattro candidature al premio Nobel per la letteratura: 2001, 2002, 2007 e 2010. «Sono troppo giovane - sorride Sara - per ricevere un premio del genere, ma mi onora essere entrata nella rosa dei nomi». Giovane sì, ma con una fortissima attitudine alla letteratura, che la porta all'età di quattordici anni, a scrivere le prime composizioni in poesia e in prosa, aforismi e riflessioni filosofiche. Ma presto arrivano i problemi di salute e le varie malattie tra cui la cifoscoliosi, la tubercolosi polmonare e i disturbi alla vista. Patologie, che hanno influito negativamente sulla sua indole sensibile, portandola a una visione drammatica dell'esistenza, evidente nella maggior parte delle sue opere, composte tra Genova e Forte dei Marmi.
Nel 1995 pubblica «Momenti» (poesie); nel 1999 «Malinconia di un'anima» (poesie) e «La Maschera delle illusioni» (racconti); nel 2000 le viene conferita la laurea honoris causa per una tesi su Giacomo Leopardi. Nello stesso anno pubblica «Rassegna di novelli e di canti»; nel 2003 il libro «La mia vita» (autobiografia dei primi 25 anni di una scrittrice); nel 2006 il libro di saggistica «I giorni dei cristalli» (una testimonianza storica sul G8); nel 2008 la silloge di poesie «L'orizzonte e la pietra»; nel 2009 il libro bilingue «Il crepuscolo oltre la luce» con traduzioni in inglese (poesie) e «Gocce di tristezza» (poesie). Nel 2010 escono invece la silloge di poesie «Nostalgie e rimpianti» e il libro bilingue «Canti di mestizia» con traduzioni in francese (poesie). Pubblicazioni che sono state inserite nel Centro Mondiale della Poesia e della Cultura a Recanati e che le sono valse un'altra laurea honoris causa. Libri, liriche e racconti che le hanno conferito oltre 300 premi nazionali e internazionali. E in effetti, lo spazio in casa non basta più per i tantissimi diplomi italiani ed esteri, i riconoscimenti, le medaglie, le coppe e le targhe ricevuti per i suoi meriti letterari.
È accademica di importanti accademie e centri culturali, tra cui l'International Biographical Centre e l'American Biographical Institute, che l'hanno più volte premiata, includendola nelle loro esclusive pubblicazioni.
Tra i premi ci sono quelli alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (2001); l'«International Peace Prize» (2002); l'«American Medal of Honor» (2002); la «World Medal of Freedom» (2004); la «Legion of Honor» (2005); la «Gold Medal for Italy» (2006); la «Congressional Medal of Excellence» (2007); l'«"American Hall of Fame» (2007); il «Distinguished Service Order Cross» (2008). Grazie alla sua brillante carriera è stata inoltre inserita nell'esclusivo Albo d'Oro dei Riconoscimenti Internazionali del Premio «Padus Amoenus»; nel 2009 ha ricevuto dagli Stati Uniti l'esclusivo Presidential Inaugural Certificate e il lusinghiero Lifetime Achievement Award da parte dell'United Cultural Convention. E non ultimo le è stato assegnato l'Oscar per le Arti e le Lettere dal Centro Studi Accademia Internazionale «Giacomo Leopardi». Malgrado ciò Genova la snobba. «È cosa incredibile. Dappertutto riconosciuta tranne che nella mia città natale, che amo tanto - commenta con rammarico la poetessa -. Sono considerata una nullità, completamente ignorata da istituzioni e dall'ambiente culturale genovese. Mai nessun riconoscimento, premio o invito. Mai chiamata al Festival Internazionale della Poesia, mentre tanti altri artisti sono presenti. Buffo poi pensare di essere nell'Utet e nella Treccani e non risultare invece nel "Dizionario degli Scrittori Liguri" curato dal professore Francesco De Nieda, dove compaiono tutti gli scrittori che hanno avuto rapporti con la Liguria.

Nel 2004 - aggiunge ancora Ciampi - l'anno in cui Genova è stata Capitale della Cultura Europea, sono stata dimenticata. Mi domando se dipende dal mio stile tradizionalista, o se dipende dal fatto, che sono tra i pochi intellettuali italiani, che ha dichiarato di essere apertamente di centro-destra». Nemo propheta in patria.

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