I suoi colleghi ormai ci scherzano, «forse dobbiamo chiamare Chi l’ha visto?». Del resto Sara Giudice l’hanno vista anche loro più spesso in tv che dal vivo. Perchè la «ribelle» della raccolta firme anti-Minetti e candidata sindaco contro Letizia Moratti con la lista civica «Milano merita», in consiglio di zona 6 dove è stata eletta nel 2006 si è presentata l’anno scorso ad un totale di nove sedute. L’anno prima ci era andata due volte in più, nel 2008 a diciassette. In tutto il mandato si parla di 76 presenze. Si accompagna bene al collega (e compagno) del Pdl Benjamin Khafi, tredici presenze in aula in due anni. Ma almeno lui non si candida a guidare Palazzo Marino. Un’impresa non da poco. All’aspirante sindaco, che ha 25 anni, era stata affidata la Commissione sicurezza della zona, ma il presidente del parlamentino di zona 6 Massimo Girtanner ammette che «poi ha preferito abbandonarla perchè diceva che era troppo difficile gestirla, e l’ho presa in carico io».
La consigliera definita dal suo capolista - il sessuologo Willy Pasini - come «la Giovanna d’Arco italiana» si rivolge alla generazione di giovani che studiano e fanno sacrifici. La sua idea di politica è «fatta di professionalità che si mettono al servizio della città, fuori dalle logiche burocratiche di partito». Anche se il precedente impegno politico (i colleghi non si ricordano nemmeno mozioni o ordini del giorno targate Giudice in zona 6, ma può essere che abbiano la memoria corta) non è un buon curriculum.
Nei prossimi giorni la Giudice presenterà gli altri componenti della lista civica. Il papà Vincenzo, che ha appena lasciato il gruppo del Pdl a Palazzo Marino per dedicarsi a tempo pieno (e senza polemiche) alla campagna elettorale della figlia, assicura che non entrerà nella formazione.
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