Saras sotto inchiesta: nel mirino della procura di Milano, le presunte irregolarità al momento della quotazione, nel maggio del 2006, della società di raffinazione petrolifera. Secondo la ricostruzione del consulente della procura, citata dal quotidiano La Repubblica, la famiglia Moratti e le banche che lhanno assistita nel collocamento avrebbero «piazzato» a 6 euro un titolo che ne valeva tra 4 e 5, omettendo dei dati dal prospetto informativo: il plusvalore di 700 milioni «sarebbe servito - afferma larticolo - soprattutto a un ramo della famiglia, quello di Massimo Moratti, per far fronte ai debiti dellInter». In altri termini, lo squadrone interista messo in piedi con i soldi dei risparmiatori.
Una tesi respinta da Saras, i cui azionisti di riferimento, «contestano fermanente» di aver tenuto comportamenti scorretti e confermano di aver operato correttamente. A controllare la Saras, però, sono in due: Massimo, appunto, e il fratello Gianmarco, titolari del 62%. Così, i giornalisti si buttano su Gianmarco, sperando di strappargli una battuta fuori programma, magari una critica sul costoso «giocattolo» del fratello: ma ci restano male. «Quando cè unindagine in corso non si fanno commenti», è tutto quello che riescono a fargli dire. Quanto al principale interessato, nonchè presidente dellInter, liquida tutti con un «sono calunnie, niente di più».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.