In Sardegna un intero paese diventa residenza per gli anziani del nord Europa

Sfruttando le case sfitte si vuole creare un «happy village»: garantiti ai pensionati servizi su misura

In Sardegna un intero paese diventa residenza per gli anziani del nord Europa

Per contrastare spopolamento e crisi economica Fluminimaggiore (paese ex minerario di tremila abitanti nell'Iglesiente) ha puntato sulle case vuote e la partecipazione dell'intera popolazione al progetto. Una cooperativa di comunità pronta a gestire un paese che, sfruttando le seconde case sfitte, si trasforma in residenza diffusa per pensionati soprattutto del nord Europa.

Archiviata la stagione mineraria e industriale (oggi con la chiusura delle miniere metallifere resta aperto ai visitatori e studiosi solo come museo il sito di Su Zurfuru) il paese, dove la popolazione è calata di 400 abitanti negli ultimi vent'anni, prova quindi a seguire un'altra strada partendo dalle risorse locali: ambiente, mare, agroindustria e archeologia mineraria.

Il progetto, che è già in fase di elaborazione, ha suscitato l'interesse delle diverse associazioni cooperativistiche. Una delle tappe fondamentali, assieme alla costituzione della coop, il censimento degli edifici chiusi, che sono diverse centinaia e l'esame dei flussi di turisti nord europei che vanno alla ricerca di luoghi con clima mite anche d'inverno.

L'obiettivo è quello di coinvolgere i proprietari delle case e tutti gli abitanti interessati. Dagli artigiani agli operatori sociali, continuando con coloro che offrono servizi. Quindi la partecipazione dei diversi specialisti alla ristrutturazione degli edifici (che dovranno ospitare non più di quattro persone) e all'organizzazione delle diverse attività legate alla quotidianità. L'idea supera la tradizionale casa di riposo. Infatti a Fluminimaggiore si pensa a una struttura diffusa che assicuri servizi personalizzati a tutti gli ospiti pensando a chi vuole andare al mare, a chi vuol fare passeggiate o andare all'opera a Cagliari. Il piano ha l'ambizione di superare modelli già esistenti, come quello del Portogallo, meta gettonatissima di centinaia di pensionati italiani, dove chi arriva ha delle agevolazioni ma deve occuparsi di tutto. L'obiettivo del centro sardo è quello di andare oltre, proprio con il coinvolgimento di tutti gli abitanti e i proprietari delle numerose case vuote, creando un sistema che fornisce pacchetti chiavi in mano a chi arriva e decide di trascorrere il suo tempo a Fluminimaggiore.

Per quanto riguarda i potenziali clienti, si punta molto al Nord Europa dove gli anziani cercano luoghi con un clima mite e, soprattutto, servizi, quelli che un sistema organizzato ed efficiente può garantire. Eppoi la rete con gli operatori del territorio. L'amministrazione comunale l'ha battezzato «Happy village», il «Villaggio felice», un luogo dove stare bene anche se magari si è soli e si sono già superati gli ottanta anni.

Per questo occorrono manager capaci di gestire e imprenditori edili

che si occupino della reperibilità e ristrutturazione delle case del centro storico. In paese le strutture disabitate sono circa cinquecento, e gli affitti sono decisamente bassi rispetto agli standard milanesi o londinesi.

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