nostro inviato a Perugia
«Lanno scorso, quando sono tornata dal Festival di Cannes, i miei concittadini di Magione mi accolsero con uno striscione che diceva: Monica Bellucci ti fa una... Ecco, non le dico cosa, ma lei ha capito...».
Ho capito.
«Ora, a parte il fatto che anche per lei era comunque un complimento, perché se, che ne so, di un giovane calciatore scrivono che a lui Maradona gli fa una... vuol dire che comunque è sempre Maradona il metro di paragone, Monica mi ha fatto sapere che si era sentita offesa... Non me lha detto direttamente, perché lei è una che non ti parla, o se ti parla non ti guarda. Un po se la tira, insomma».
È che i francesi lhanno adottata come attrice e votata come la più bella del mondo...
«Mah, sarà che io quando vengo premiata mi sento graziata, sono la conferma che in Italia non cè meritocrazia, si insegue sempre la novità e mai il tornaconto... E comunque, anche la Francia... Dopo due film hanno scritto che ero la nuova Brigitte Bardot! Le pare serio?».
No.
«Come no? Guardi che scherzo...».
Siamo in un bar di periferia alla periferia di Perugia, a fianco cè il negozio di abbigliamento della mamma di Laura e seduta davanti a me, canottierina bianca su un seno minuscolo, mini militare, ai piedi un paio di infradito, i capelli biondi tirati su con il cerchietto, occhi azzurri, cè la «nuova bomba sexy del cinema italiano» per il settimanale Elle, la probabile futura conduttrice del Festival di Sanremo con Baudo e Chiambretti, la candidata più sicura al Premio Diamanti del prossimo Festival di Venezia come migliore attrice dellanno. È proprio vero, mi dico che fare questo mestiere è meglio che lavorare. Entra la sorella per un saluto, Laura scambia due battute scherzose con il barista che ci porta il caffè, beve il suo, reprime uno sbadiglio, si stira lungo lo schienale e poi si scusa: «Sa, mi sono svegliata da poco». È mezzogiorno, è caldo, è la provincia.
«A me piace stare qua e fare la vita da provincialotta, senza offesa per i provincialotti... È la mia realtà, ci sono le mie radici, sono una tradizionalista che ha bisogno delle persone amiche. A Roma vado saltuariamente, per lavoro, ho delle conoscenze, ma non è il mio mondo, finisce che frequenti solo quelli dello spettacolo, invidie, frustrazioni, rivalità, gelosie, non si è mai se stessi... Io preferisco rimanere con i piedi per terra. Se domani dovesse finire tutto, non mi cambierebbe niente. Non cadrei in depressione, non mi devasterei la vita. Con i primi soldi guadagnati ho comprato un appartamento a fianco a quello dei miei, e solo perché la casa dei miei genitori è un porto di mare... Cè mio padre, mia madre, mia sorella con il marito e la bambina, mia nonna, arrivano i vicini. Magione è un paesino, ci si conosce tutti... Qui io, nonostante il canto del gallo, mi sveglio alluna, oggi per lei ho fatto uneccezione, guardo Beautiful, faccio dei programmi che tanto non rispetto mai... Il mio sogno è farmi un buon bottino adesso col vento a favore, sposarmi, avere almeno due figli e quindi smettere per qualche anno, aspettare, rilassarmi e confidare nel marito».
Laura ha venticinque anni, ha cominciato come Miss Teenager che ne aveva sì e no quindici, si è fatta le ossa con qualche fiction di successo, Un posto al sole, Compagni di scuola, è esplosa come attrice lo scorso anno con due film dautore, Lamico di famiglia di Paolo Sorrentino e A casa nostra di Francesca Comencini, ha bissato questanno con il film-cassetta, record di incassi, Ho voglia di te, non ha il sacro fuoco dellarte.
«Non mi piacciono i ruoli da protagonista, odio le responsabilità sul lavoro, recito con turbamento, sembro estroversa e invece sono timida. Faccio troppe smorfie, parlo troppo rapidamente infatti quando mi debbo doppiare non sto dietro al sincrono... Sono permalosa, testarda, svogliata, sono pigra, mi pascio sugli allori, e questo su tutto: mangio e non ingrasso, recito senza avere mai frequentato una scuola di recitazione, eccetera. Lunica cosa su cui mi sono impegnata sono stati i corsi di dizione, laccento umbro, sa, è divertente, ma al cinema non funziona. Le basta come elenco in negativo?».
Attrice per caso, la Chiatti voleva fare la cantante. «Sì, ma per gioco, sono una da karaoke, è cominciato tutto così, nelle sagre di paese, Mina, Patti Pravo, Mia Martini come cavalli di battaglia, ero allantica già da ragazzina... Sono stata notata e mi hanno proposto di partecipare a quel concorso... Canta però qualcosa di più moderno mi hanno consigliato, e io ho portato una canzone di Ivana Spagna, Io penso a te. Sono arrivata alle finali nazionali e ho vinto sia nella sezione musica che in quella bellezza. Da lì tutto è stato rapido e tutto, fino a due anni fa, era ancora un gioco, divertente, non impegnativo».
Il papà di Laura è metalmeccanico lavora in una ditta, lei ha fatto listituto tecnico. «Tre anni di generali e poi lindirizzo di dietologia. Mi dispiace non averlo finito, ma non è che poi avessi delle velleità universitarie... Ho sempre pensato a lavori semplici, parrucchiera, estetista... A Cannes la sera precedente la prima ho fatto la messa in piega alla mia agente, non riuscivo a dormire... Mi piace fare i capelli, le mani. Ho gusto semplici anche nelle letture, Alberoni, Coelho, Marquez, al cinema poi, non ne parliamo, Paolo Sorrentino mi ha guardata sconsolato quando gli ho detto che Le conseguenze dellamore lho visto in televisione e dopo un po ho spento, era troppo lento, non succedeva mai niente. E anche Lamico di famiglia, lui mi riprende perché spesso ho detto nelle interviste dopo Cannes che non è che lavessi capito fino in fondo... Be, qualche ragione comunque ce lavevo, visto che poi ci ha rimesso le mani... Ecco, un altro difetto che ho è la sincerità».
Semplice, provinciale, senza ambizioni, non è tutto un po riduttivo? In fondo alla Chiatti è riuscito ciò che ad altre attrici sue coetanee, ieri come oggi, riesce di rado: un regista di talento che ti sceglie, un ruolo che non sia solo di bella presenza. «Io sono una ragazza semplice, ma non sono stupida. Per quei film ho fatto un lavoro quadruplo... È un luogo comune che le attrici belle non abbiano talento e far vedere che si è bravi è difficile. Senza falsa modestia penso di essere abbastanza polivalente, ho una fisicità che mi permette ruoli diversi e tutti però credibili e poi ho un aspetto solare, angelico che nasconde molta malinconia, così come i registi vanno più a fondo, vanno oltre il viso carino e gli occhi azzurri. Professionalmente, comunque non posso chiedere di più. Certo, un film drammatico con Tornatore, o una bella commedia con Verdone, ma va bene anche così. È sentimentalmente che è un disastro».
Fidanzata per sette anni con un calciatore della Narnese, Luca Grilli, Laura ha avuto una storia con Silvio Muccino, suo partner nello spot-tormentone della Vodafone in cui lei fuggiva con lui in abito da sposa e in motocicletta. Si sono amati e poi lui lha lasciata. Avete letto bene, lui lha lasciata. Questo Muccino deve essere un cretino le dico. «Magari è come dice lei, io so solo che le donne belle e intelligenti non piacciono. Nel momento clou luomo scappa. Io ho sempre avuto problemi damore, sono una impegnativa a livello mentale. Lunico pregio che mi riconosco è che so quello che voglio, ma conosco la realtà. Non mi faccio false speranze, non mi lascio prendere in giro. Voglio sincerità e lealtà, ed è difficile. È la seconda volta che mi capita. Luca in fondo mi ha preso alle giovanili, avevo 17 anni, lui 25, abitava a Perugia, lho conosciuto in discoteca, giocava in serie C, non era Bobo Vieri e io non ero Melissa Satta... A me piacerebbe avere un fidanzato normale, un falegname, un metalmeccanico, ma la gente normale non fa mai quel passo in più, ti immagina distante... Con Luca è andata bene fino a che non è arrivato il successo...
Come le donne, Laura, come le donne.
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