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Sarkozy «regala» 6,5 miliardi a Renault e Peugeot ma con l’impegno che non taglieranno in Francia

In attesa che il decreto legge sugli incentivi venga pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (il testo non dovrebbe apparire prima di domani, quando - a questo punto - entrerà ufficialmente in vigore il provvedimento), il tema delle agevolazioni al mercato dell’auto continua a tenere banco. Il governo francese ha infatti varato un piano di aiuti diretto ai gruppi locali che prevede prestiti quinquennali per 3 miliardi di euro, ciascuno, a Psa Peugeot Citroën e Renault, al tasso di interesse del 6 per cento. Altri 0,5 miliardi saranno concessi a Renault Trucks, la società di camion che fa capo al gruppo Volvo. A illustrare le decisioni a favore dei produttori transalpini è stato ieri il presidente Nicolas Sarkozy, subito dopo aver incontrato il numero uno di Psa, Christian Streiff, e il direttore generale di Renault, Patrick Pelata. L’intervento dell’Eliseo è condizionato dal fatto che gli impianti di assemblaggio delle due società restino in Francia e che venga bloccato qualunque progetto di delocalizzazione all’estero (in pratica, eventuali tagli dovranno essere fatti fuori dai confini). Sarkozy ha anche chiesto ai due gruppi, che già avevano accettato una stretta sui bonus ai manager, di contenere l’erogazione di eventuali dividendi agli azionisti. È stato poi annunciato che l’ammontare dei crediti che verranno messi a disposizione dei rivenditori di auto sarà raddoppiato a 600 milioni.
Positive le reazioni dei beneficiari del prestito: Psa Peugeot Citroën, in una nota, ha assicurato che non chiuderà stabilimenti in Francia né procederà a piani di licenziamenti. Questo prestito, precisa il gruppo, «ci consentirà di sostenere il programma di sviluppo di auto pulite, più economiche dal lato dei consumi energetici e abbordabili per i clienti». Anche Renault ha garantito di rispettare gli impegni presi. La Borsa ha risposto al maxi prestito premiando entrambi i titoli: più 7,1% Renault e più 3,9% Psa.
Per l’auto, in Francia, l’anno è partito male (meno 7,9% le vendite a gennaio) anche se un vero tracollo delle immatricolazioni è stato evitato grazie all’introduzione di incentivi all’acquisto: la proroga della rottamazione già in vigore con l’introduzione di un super bonus (1.000 euro) per chi rottama una vettura con più di 10 anni e ne acquista una nuova con emissioni inferiori a 160 g/km di anidride carbonica (il contributo sale a 2.000 euro se l’auto nuova emette meno di 100 g/km di CO2); interventi per 1 miliardo a favore del credito al consumo; creazione di un fondo di 300 milioni (200 a carico dei costruttori) per finanziare progetti di innovazione tecnologica della filiera e di un fondo di 150 milioni per la formazione.


Questi incentivi, pur dimezzando le perdite rispetto a dicembre (meno 16%) non hanno impedito alle marche francesi di chiudere il primo mese del 2009 in forte calo: meno 20,9% Renault e meno 11,9% Psa Peugeot Citroën. Anche in Francia l’industria dell’auto è determinante per l’economia del Paese. Da sola, infatti, fornisce circa un punto percentuale di tutto il Pil e rappresenta il 15% delle spese su ricerca e sviluppo.

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