«Occorre rafforzare il fondo di salvataggio europeo dandogli le munizioni sufficienti a evitare che il contagio si estenda allItalia». Il presidente dellEurogruppo, Jean-Claude Juncker, non ha certo sparso ottimismo nei mercati alla vigilia del Consiglio Ue chiamato a ratificare le decisioni abbozzate lo scorso weekend (svalutazione dei bond greci e ricapitalizzazione semi-pubblica delle banche europee). Né si può considerare un segnale incoraggiante il lannullamento dellEcofin che avrebbe dovuto precedere il vertice. Le deliberazioni saranno perciò tutte politiche in quanto i ministri economici di Eurolandia sono stati «silenziati».
«LEuropa non è mai stata così vicina allesplosione», ha fatto eco il presidente francese Nicolas Sarkozy, ovviamente preoccupato del destino degli istituti di credito transalpini pericolosamente esposti ai titoli di stato greci. Il vertice di oggi sarà talmente decisivo per le sorti della Francia che domani Monsieur le président parlerà a reti unificate intervistato dai giornalisti di stanza allEliseo. «Le nostre previsioni di crescita dipendono dal summit», ha rincarato la dose il premier François Fillon.
Con queste premesse e con lindice di fiducia dei consumatori Usa sceso ai minimi degli ultimi due anni e mezzo è lecito aspettarsi Borse in altalena anche oggi. Piazza Affari ieri ha ceduto l1,06%, Parigi l1,4% e Francoforte è rimasta pressoché invariata. Wall Street a circa unora dalla chiusura viaggiava in ribasso dell1% influenzata negativamente dalle involuzioni del Vecchio Continente.
Lo spread Btp-Bund è salito nuovamente sopra i 380 punti base e anche gli Oat francesi hanno segnato un differenziale superiore ai 100 punti base rispetto al decennale tedesco. In circostanze simili, titoli azionari ed obbligazionari non riflettono pienamente la Weltanschauung degli investitori. La speculazione ribassista è un fenomeno scontato in momenti drammatici come quelli attuali. Meno scontato è il ritorno delloro sopra quota 1.700 dollari per oncia, il massimo degli ultimi quattro mesi. Un altro presagio poco fausto è il rafforzamento sul mercato dei cambi delle valute-rifugio tradizionali. Il franco svizzero si è apprezzato non solo contro leuro a quota 1,22, ma anche sul dollaro che ieri valeva 0,878 franchi.
Ma la vera notizia della giornata sul mercato valutario è la «pesantezza» dello yen salito a 75,74 contro il biglietto verde, un livello mai raggiunto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un andamento che esula dai fondamentali delleconomia nipponica e che è stata determinata dalla tradizionale forza della divisa giapponese. Questo significa che la fiducia nelle prospettive dellOccidente nel suo complesso è alquanto bassa e per recuperarla serviranno misure evidenti e non estemporanee. Ci vuole poco, infatti, per spostare i flussi finanziari da una parte allaltra del pianeta e, dunque, non si tratta solo di vedere quale possano essere le contromisure dellItalia, diventata da un giorno allaltro il «sorvegliato speciale» del direttorio franco-tedesco.
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