Si aspettavano una seconda via Dante e invece si sono ritrovati da un giorno all’altro telecamere e cartelli di divieto al traffico fuori dalla porta. Si sentono traditi i commercianti di Paolo Sarpi dalla decisione del Comune di trasformare la via in ztl a partire dal lunedì: chiedevano almeno uno slittamento a dopo le feste.
«Non si inizia a costruire una casa dal tetto - spiega con una metafora Angelo Volpe, dell’omonimo negozio di giocattoli -, ma dalle fondamenta. Il Comune avrebbe dovuto provvedere a parcheggi e alternative per il traffico delle auto e dei mezzi pubblici, mentre da un giorno all’altro ha chiuso la via».
Anche Antonio Remi, edicolante, non nasconde il disappunto: «Paolo Sarpi non è via Dante - dice -. Chiudere la via significa solo disagio, sia per la clientela che deve muoversi a piedi e non ha più nemmeno l’autobus, sia per i negozianti. Con la crisi, negli ultimi quattro anni la mia dichiarazione dei redditi si è quasi dimezzata. Questo sarà il colpo di grazia: non riesco nemmeno più a vendere il negozio».
Su posizioni come questa è schierata Ales, storica sigla dei negozianti della via. Dall’altra parte, si è creato il fronte della neonata Sarpi Doc, che raccoglie circa metà dei commercianti, e che accetta la ztl come un passaggio necessario in vista dell’isola pedonale. «Sono fra quelli che nel 2004 ha proposto l’isola pedonale - spiega Luigi Anzani, della storica Cappelleria Melegari, in via Sarpi dal 1919 -. La decisione di chiudere la via subito c’è stata dopo che i cinesi sono scesi in strada nell’aprile del 2007 contro i vigili. In quell’occasione venne alla luce il problema del traffico dei carrelli legato ai grossisti, e ora si cerca di rispondere con la chiusura della via».
Il signor Volpe rimane scettico: «Basterebbe che i vigili facessero più multe: invece i cinesi sono liberi di fare quello che vogliono». «Hanno già trovato il modo per aggirare l’ostacolo della ztl - rincara l’edicolante -, lasciando i camion nelle vie laterali e caricando tutto su delle bici attrezzate con assi. Il disagio è solo nostro».
Ma c’è anche chi, nella comunità cinese, è favorevole alla zona a traffico limitato: «Già in quattro hanno aderito alla nostra associazione - spiega Francesco Novetti, erborista e a capo di Sarpi Doc -. Sono commercianti al dettaglio e vedono i vantaggi della futura isola pedonale». Intanto allo shopping natalizio manca appena un mese: sarà quello il primo banco di prova del progetto.
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