La sarta uccisa per 20 euro dal vicino di casa filippino

La sarta uccisa per 20 euro dal vicino di casa filippino

È morta per 20 euro la signora Luisa Scarpa. Li aveva prestati a un vicino di casa filippino, un padre di famiglia di 38 anni residente, come lei, al terzo piano di via Romolo Gessi 53 e al quale, di tanto in tanto, dava volentieri una mano. Quell’uomo, però, si stava approfittando della suo buon cuore, della sua benevolenza. E tardava a ridarle quel denaro. Anzi: fingeva di essersene dimenticato. Così la vedova lunedì pomeriggio, incontrandolo per caso, l’aveva sollecitato con rabbia a restituirle i 20 euro. E il filippino, in preda al rancore e allo shaboo - una droga in cristalli dagli effetti devastanti e proveniente proprio dalle Filippine, ma molto diffusa negli ultimi anni anche da noi - l’ha raggiunta poco dopo nel suo appartamento e l’ha uccisa a coltellate. Quindi è fuggito, portandosi via un orologio e la borsa della ex sarta settantenne contenente una manciata di euro, forse per simulare una rapina.
Gli investigatori della sezione omicidi della squadra mobile ieri sera hanno ascoltato la confessione dell’uomo che avevano portato nei loro uffici già in mattinata. Il filippino, esausto per essersi tenuto dentro un segreto tanto terribile per più di tre giorni, alla fine non ce l’ha più fatta e ha raccontato tutto.
Regolare sul territorio, incensurato, sposato e padre di due bambini, lo straniero è inserviente in una palestra e conosce la Scarpa da qualche anno. Lunedì pomeriggio, secondo il racconto fatto dallo stesso assassino agli investigatori, il filippino stava accompagnando uno dei suoi due figli in casa dalla moglie, quando ha incontrato la pensionata sul pianerottolo. La pensionata lo ha subito aggredito, chiedendogli la restituzione di quel denaro che - anche se rappresentava una cifra veramente irrisoria - era pur sempre di sua proprietà. L’anziana si sentiva offesa: quel filippino le faceva pena. E non era la prima volta che gli allungava qualche banconota se lui le faceva presente le sue difficoltà economiche. Però la donna esigeva rispetto. «Io i soldi te li presto - avrebbe detto allo straniero -. Tu, però, devi essere corretto con me...Mica le trovo per la strada le banconote da 20 euro, io!».
Il filippino ha finto d’incassare, ma dentro di lui la rabbia stava montando rapidamente. E la droga, lo shaboo, ha fatto il resto. Così, lasciato il figlio con la madre, ha raggiunto Lucia Scarpa nella sua abitazione. La lite tra i due è stata breve, fulminea. Quindi lo straniero ha estratto il coltello sportivo d’assalto che portava sempre con sè, per difesa personale, e ha infierito sulla poveretta. «Ho perso la testa» ha raccontato ieri al pm Marcello Tatangelo che ha raccolto la sua deposizione negli uffici della Mobile prima di spiccare il fermo per omicidio. E che ora aspetta che il filippino indichi agli investigatori come ritrovare l’arma del delitto e gli oggetti rubati alla vittima, di cui si era disfatto.
Il cadavere di Luisa Scarpa era stato trovato solo martedì sera dalla sorella. La porta di casa della pensionata era chiusa ma non a chiave e non c’erano segni di scasso.

Per questo gli investigatori, sul momento, avevano sospettato anche della domestica e di un ragazzo che innaffiava le piante alla pensionata e che avevano le chiavi dell’appartamento. Sono state soprattutto le testimonianze di vicini e parenti della vedova a condurre la polizia dal filippino.

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