Sarti stregato da Soraya, Sacchi salvato dalla nebbia

Il racconto di Facchetti, incubo del Liverpool. Il Nottingham di Francis e le rimonte di Stam

La coppa Campioni ha 50 anni. Settembre 1955-settembre 2005. Eccone una breve storia. Un episodio per decennio.
ANNI CINQUANTA – È il 30 maggio 1957, Real Madrid-Fiorentina, finale. Tra i viola, Giuliano Sarti: «Ricordo la principessa Soraja; donna bellissima. E lo stadio enorme, e bianco. Giocammo una buona gara, contro un grande Real. Meritarono di vincere (2-0), ma il rigore di Di Stefano (1-0) non c’era. Comunque. Da Firenze, anzi da Ponte a Ema, arrivarono solo cinque tifosi, in macchina. Uno si fidanzò con mia figlia. Ma sai, dopo si sono lasciati...».
ANNI SESSANTA – Milano, 12 maggio 1965, Inter-Liverpool, semifinale. Giacinto Facchetti: «È la partita cui sono più affezionato, per il calore dei tifosi. Già dagli spogliatoi sentivamo il boato della gente. Dopo il 3-1 patito in Inghilterra ci serviva un’impresa, loro ci aiutarono a compierla. Che partita: Peirò rubò palla al portiere per il 2-0; poi il 3-0 mio. Quella sera non temevamo nessuno...».
ANNI SETTANTA – Monaco di Baviera, 30 maggio 1979. Nottingham Forest-Malmö. Trevor Francis, attaccante, allora del Forest, poi di Sampdoria e Atalanta: «Quattro anni prima il Nottingham era 16° in Seconda Divisione. In due anni, promozione e vittoria in campionato. Ero arrivato a febbraio e la finale di Monaco era il mio debutto europeo. Uno dei tipici azzardi di Clough, tecnico artefice del miracolo. Arrivammo allo stadio solo 45’ prima della gara perché voleva che Birtles si radesse. In avvio soffrimmo, poi, al 44’, cross di Robertson e di testa segnai il gol vittoria. Da non crederci...».
ANNI OTTANTA – Belgrado, 9 novembre 1988. Stella Rossa-Milan, ottavi. Rossoneri sotto 1-0 e quasi fuori, poi cala la nebbia: gara sospesa. Il giorno dopo è 1-1, Milan avanti ai rigori. Verso la coppa, vinta 4-0 sulla Steaua Bucarest. Arrigo Sacchi: «A inizio gara loro ci lanciano addosso il pallone, come a dire, vediamo cosa sapete fare. La nebbia? Un segno dall’alto. Era destino che ci qualificassimo noi. Nella notte recuperiamo Gullit facendo arrivare un fisioterapista dall’Olanda. Il giorno dopo è pronto. Noi fortunati? Forse, ma quel gol non visto dall’arbitro nella ripetizione va a bilanciare la “benedetta” nebbia...».
ANNI NOVANTA – Barcellona, 26 maggio 1999, Manchester United-Bayern Monaco. All’89’ i tedeschi vincono 1-0. Poi Sheringham (91’) e Solskjær (93’): 2-1 per gli inglesi. Jaap Stam, allora nel Manchester: «Una delle due finali più belle degli ultimi vent’anni. Emozionante e spettacolare. Ferguson fino alla fine ci ha spronato per ribaltare il risultato. Bè, ci siamo riusciti...».
DUEMILA – «L’altra più bella finale è Liverpool-Milan»: sempre Stam, ora rossonero. È il 25 maggio 2005, Istanbul. Maldini e Crespo fanno 3-0 in 45’.

Poi... «Poi ci hanno raggiunto, e sul 3-3 ho pensato “ne prendiamo cinque”. Invece Ancelotti ci ha ricaricato, tanto che abbiamo sfiorato più volte il gol vittoria». È andata male: «Ma resta un’emozione grandissima...».

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