Sassi dai cavalcavia Il «branco» si scaglia contro i vigili urbani

Federica Artina

Rieccoli. Vandali, ma anche potenziali assassini. Ancora sassi, dai cavalcavia, ma anche dal ciglio di una strada o di una ferrovia. Pietre da scagliare, «per noia». Gesti da imitare «per vedere come va a finire».
Non si placa l’escalation di gratuita violenza diventata pericolosa moda in questa estate ormai agli sgoccioli. Ancora diversi episodi, su e giù per l’Italia, con un unico comune denominatore: un masso da lanciare contro qualcuno. È successo a Padova giovedì, quando il «nemico» era ben delineato in due agenti della polizia municipale intenti a posizionare un autovelox. Ma è accaduto anche a Palermo, Roma e Genova, questa volta ai danni di autobus e treni carichi di ignoti passeggeri.
Intorno alla mezzanotte tra giovedì e venerdì due giovani a Roma hanno lanciato un grosso sasso da circa un chilo e mezzo contro un autobus della linea 36, sfondando un finestrino laterale e ferendo un passeggero, che guarirà in sette giorni. I due responsabili sono riusciti a dileguarsi fuggendo tra i palazzi della periferia capitolina. Minorenni, secondo le testimonianze di chi li ha intravisti nel buio. Annoiati. Tanto da scovare quella pietra che giaceva sotto il marciapiede e scagliarla contro il mezzo in corsa. Un episodio isolato ma non inedito a quanto riferisce l’Atac, l’azienda dei trasporti pubblici della capitale: «Capita che i nostri mezzi vengano presi di mira da episodi messi in atto da adolescenti in vena di “bravate”. Episodi che condanniamo con durezza e contro i quali tenteremo di aumentare l’azione di prevenzione e repressione».
Un autobus come bersaglio anche di un altro gruppo di ragazzini di età compresa tra gli undici e i quattordici anni, questa volta a Sestri Ponente, in provincia di Genova. La «banda» ha colpito ieri da un cavalcavia nei pressi della stazione ferroviaria, scagliando due pietre che hanno colpito il parabrezza di un bus di linea. I due sassi erano però di piccole dimensioni, e l’incidente si è risolto in un grande spavento e nessuna conseguenza per l’autista e per i passeggeri del mezzo, che hanno raccontato ai carabinieri di aver visto fuggire dal cavalcavia alcuni ragazzini.
Nel tardo pomeriggio di giovedì, invece, nel mirino del «branco» era finito un treno «Trinacria Express», la linea che collega l’aeroporto di Punta Raisi con il centro di Palermo. Nei pressi della stazione di Carini i soliti ignoti hanno bombardato i vagoni con un lancio di pietre che ha frantumato tre finestrini: appostati appena oltre la recinzione che corre parallela ai binari, e che separa la linea dal litorale. Anche in questo caso nessuna conseguenza per i passeggeri, se non un grande spavento e la sospensione del viaggio per qualche minuto, giusto il tempo necessario al capotreno per constatare le conseguenze dell’incidente.
Sembra invece a buon punto l’indagine per rintracciare il responsabile del lancio di un sasso da un cavalcavia di Padova che giovedì pomeriggio ha colpito una pattuglia della polizia municipale della città veneta. Tre chili di paura, piovuti fortunatamente sul baule dell’automobile e non addosso ai due agenti che erano intenti, poco distanti, a posizionare un autovelox. Ma quello che distingue questo grave episodio dagli altri è la premeditazione. Lucio Terrin, comandante della polizia municipale del comune di Padova, spiega infatti che i vigili urbani sono nel mirino dell’opinione pubblica a causa delle eccessive sanzioni per eccesso di velocità propinate agli automobilisti. Un «odio» tale da attentare alla loro incolumità? L’allarme è lecito: «Temiamo che fatti del genere possano ripetersi» avverte Terrin.

In effetti già lo scorso mese di marzo un criminale tuttora senza identità soprannominato «bigliabomber» colpì tre volte agenti della municipale intenti a posizionare autovelox, sparando contro di loro biglie di acciaio cromato da nove millimetri di diametro. Un gesto ora «aggiornato» secondo i dettami dell’ultima, folle mania di questo agosto da dimenticare.

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