Sassi sul pullman e caccia ai giornalisti Al Massimino l’inferno prima della festa

Catania. Una notte tranquilla seguita da un pomeriggio agitato, molto agitato. Alla faccia della garanzia firmata dal questore di Catania («i nostri tifosi sono i migliori d’Italia») alla vigilia. La Roma può dormire serena, ma il suo arrivo allo stadio, 90 minuti prima del fischio di Saccani, risulta agitato. Il torpedone giallorosso infatti viene centrato da un lancio di sassi: un lucchetto centra una delle vetrate provocando l’inevitabile spavento a bordo. Il peggio accade ai molti giornalisti arrivati nei pressi dello stadio a bordo di alcuni taxi. In quei minuti parte la caccia al romano, che sia un cronista al seguito non conta: un paio di auto vengono circondate, i colleghi fatti scendere, devono fuggire attraverso i vicoli per scampare all’agguato vero e proprio. E nell’assenza totale delle forze dell’ordine che non presidiano neanche il botteghino aperto dalla società per il ritiro degli accrediti. Solo a fine partita, polizia e carabinieri organizzano una specie di scorta collettiva radunando tutti i giornalisti romani rientrati, in charter, con la squadra a Fiumicino.

La tribuna stampa dello stadio, alla faccia dei controlli ripetuti, è un suk: c’è posto per tutti, bambini con le bandiere, parenti ed affini. Solo all’apparire di un fumogeno, parte il coro dalla tribuna con insulti al lanciatore solitario.

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