da Milano
A otto anni di distanza da quel maledetto gennaio 1998, giura di essersi pentito. Di aver finalmente capito il male fatto. Mario Maccione, il satanista che faceva da tramite col diavolo, già condannato in primo grado a 19 anni di reclusione per gli omicidi degli «amici» Chiara Marino e Fabio Tollis, ieri è tornato in aula, insieme col «collega» di chitarra e violenze Massimiliano Magni. Per lappello. Il sostituto pg di Milano ha chiesto per il primo la condanna a 17 anni e 8 mesi; 10 anni invece per Magni, che in primo grado venne assolto. All'epoca dei fatti erano minorenni.
«Sono pentito di quello che ho fatto - ha detto Maccione davanti ai giudici -. E mi pento solo ora perché solo ora ho riacquistato lucidità, sono libero dalla droga e mi sto rendendo conto di quel che è accaduto». Il suo avvocato aveva chiesto la concessione delle attenuanti generiche, perché all'epoca Maccione non aveva ancora diciottanni, oltre a una pena equa finalizzata al recupero del giovane che tuttora si trova in carcere e lavora. Al medium della banda assassina il «passo indietro» è servito comunque ad ottenere uno sconto: dopo quasi tre ore di camera di consiglio i giudici gli hanno inflitto 16 anni di carcere, dunque tre in meno di quanto era stato deciso in primo grado dal Tribunale per i Minori. Nove anni, invece, per Massimiliano Magni.
Per il duplice omicidio di Chiara Marino e Fabio Tollis, massacrati a Somma Lombardo il 17 gennaio del 1998, il mese scorso altri cinque della banda erano stati giudicati dal Tribunale di Busto Arsizio. Cinque i giovani alla sbarra: Elisabetta Ballarin, Nicola Sapone, Paolo Leoni, Eros Monterosso e Marco Zampollo.
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