Pier Augusto Stagi
Vitré. Forse oggi si comincia a parlare di ciclismo. Dopo una settimana di pissi pissi e rivelazioni più o meno esplosive, la Grande Boucle offre il primo grande motivo dinteresse. Mettete via i registratori e prendete i cronometri. Dopo una settimana di intercettazioni è giunta lora della prova contro il tempo, che servirà a tastare il polso ai superstiti di un Tour decapitato prima ancora di partire. Vi ricordate, solo una settimana fa? A casa Ullrich, a casa Mancebo, a casa Sevilla, a casa Vinokourov, purtroppo per noi italiani a casa anche Ivan Basso. Tutti con laccusa di un sospetto: aver ricorso alle «cure» del dracula del ciclismo mondiale, Eufemiano Fuentes, ginecologo delle Canarie, al centro dello scandalo doping più grave di Spagna, che ha coinvolto il ciclismo e che è prossimo a coinvolgere il calcio, il tennis, latletica e non solo queste discipline.
È tempo di una cronometro. Cinquantadue chilometri da Saint-Gregoire a Rennes. È tempo di prendere i tempi, per farsi unidea, anche se noi unidea ce labbiamo. Paolo Savoldelli, il migliore dei nostri, è settimo a 35 dal campione del mondo Tom Boonen che questo pomeriggio partirà per ultimo, fasciato dalla maglia gialla. Che bello sarebbe se questa sera quella maglietta potesse coprire le spalle del nostro miglior interprete delle corse contro il tempo, luomo che in carriera ha già vinto due Giri dItalia e che lanno scorso scortò sua maestà Lance Armstrong, come fido gregario, alla conquista del suo settimo Tour de France. «Al Giro ho avuto gravi problemi di allergia ci ha spiegato il campione bergamasco, che da due stagioni corre con gli americani della Discovery Channel ed è in scadenza di contratto -. Qui al Tour mi sembra di stare davvero molto bene. Però non chiedetemi la luna, io sono qui per fare il meglio che posso, e preferisco vivere giorno per giorno. E poi avete visto la mia squadra? Siamo un bel gruppo agguerrito, con più di un elemento in grado di poter arrivare in maglia gialla a Parigi».
La sfida di Rennes sarà una contesa tra il nostro Savoldelli (diventato papà di Giulia pochi giorni fa) e laustraliano Michael Rogers. Ma soprattutto con gli americani George Hincapie, Floyd Lendis, David Zabriskie e Bobby Julich. «Io non trascurerei nemmeno lucraino Serguei Gontchar o il tedesco Andreas Kloden, anche se unidea io ce lho: la tappa a Zabriskie e al mio compagno di squadra Hincapie la maglia di leader», dice lui sornione.
Si lotterà per la vittoria di tappa, ma anche per una maglia gialla, che comincia a prendere forma. Savoldelli detto il falco, è lì, pronto a spiccare il volo. «Se proprio volete che ve lo dica, questa sera mi piacerebbe essere tra i primi tre in classifica generale». Cunego, invece, spera di perdere non più di quattro minuti per dirsi contento; Simoni, che non conosce un solo metro della cronometro, punta a non perderne più di tre.
Dimenticavo: ieri ha vinto per la terza volta Robbie McEwen. Battuto il nostro Bennati e il campione del mondo Tom Boonen.
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