Savoldelli «Grande vittoria E ora il Tour»

da Verona

Lui che di Giri ne ha vinti due, lui che i suoi Giri li ha vinti in pratica attaccando in discesa e resistendo in salita, il Giro di quest’anno l’ha perso sulle strisce pedonali di Pinerolo.
«Ho fatto un bel volo, e le botte mi hanno fatto penare non poco e per giorni – ha detto Paolo Savoldelli, il vincitore della crono di Verona -. Lì ho capito subito che qualcosa non andava, che per me sarebbe stato difficile recuperare e a Briançon ho anche pensato al ritiro».
Invece ha stretto i denti, è andato avanti per aiutare il suo compagno di squadra Eddy Mazzoleni, ieri secondo di giornata, e terzo oggi sul podio di Milano. «Eddy ha dimostrato di essere forte e non è una sorpresa – spiega il bergamasco di Rovetta -, perché lui è sempre stato una spalla preziosa per i capitani. Se mi sono preoccupato quando sono uscite le notizie sulle intercettazioni attribuite a Mazzoleni? Sono rimasto un po’ perplesso. Poi sono andato da Eddy e gli ho chiesto: “Eddy, come è questa storia, posso stare tranquillo?”. Lui mi ha detto: “Non ci sono problemi”. Allora da quel momento in poi mi sono messo al suo servizio e abbiamo corso proprio un bel finale di Giro».
Vince la cronometro finale della corsa rosa, nel cuore di Verona, all’ombra dell’Arena: la cronometro più lunga, dopo tanti successi in cronoprologhi. «È vero, non avevo mai vinto una crono così lunga in carriera – dice -. Sono felice per me, per questa vittoria che mi ripaga di tanta amarezza. Adesso mi godo un po’ di riposo e poi via con il Tour: c’è un’altra battaglia da affrontare, ma questa volta sia io che Eddy dovremo lavorare per Vinokourov e Kloden, i nostri capitani. Se Danilo si è meritato questa vittoria? È stato il più forte, il più continuo. È stato il degno vincitore. Io se non avessi avuto il contrattempo di quella caduta non so cosa avrei potuto fare. Penso però che qualcosa mi sarei inventato, soprattutto sulle Tre Cime di Lavaredo, dove sono venuti fuori i fondisti.

E poi anche nella cronoscalata di Oropa, dove non sono riuscito a pedalare come avrei voluto. Avrei probabilmente ottenuto un buon piazzamento, sul podio ci sarei probabilmente arrivato, ma la vittoria non era alla mia portata, Danilo era troppo più forte di tutti gli altri».

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