Sbarchi Gli Stati Uniti fanno muro contro i profughi

Sono gli Stati Uniti il Paese che sta sostenendo lo sforzo maggiore per aiutare Haiti. Sia finanziario (100 i milioni di dollari stanziati) che come uomini e mezzi. Vista la carenza di personale militare, impegnato negli scenari di guerra in Medio Oriente, Washington ha deciso ieri di mobilitare 4.000 riservisti della guardia costiera per prestare soccorso all’isola. Il ruolo americano è così attivo, vista anche la breve distanza tra Haiti e le coste americane, da aver provocato qualche frizione con la Francia, che ha un saldo legame storico con l’isola.
Tuttavia, l’amministrazione Obama non ha alcuna intenzione di aprire le porte ai rifugiati haitiani. La possibilità di un esodo di massa dall’isola, una nuova ondata di boat people, è vista con grande preoccupazione dal governo americano, che ha mandato messaggi chiari: chi provasse a sbarcare sarebbe rispedito in mare. Lo ha confermato anche l’ambasciatore haitiano negli Usa, che ha parlato chiaro, rivolto ai propri connazionali: «Non lasciate l’isola, non pensate di trovare le porte aperte».


Per il momento non ci sono particolari movimenti nel braccio di mare che separa le coste della Florida da Haiti. Ma gli Stati Uniti non vogliono farsi trovare impreparati: mobilitate le unità navali e svuotati i centri di accoglienza.

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