Sbarco da record: in 760 dalla Libia Frattini alza la voce «Colpa di Gheddafi»

Tre mesi e mezzo d’assedio, ma quello di ieri è il record. Settecentosessanta immigrati sbarcati a Lampedusa, tra loro 62 donne e 17 minori. Stavolta il barcone dei disperati arriva dalla Libia, porto di Zwara. E il ministro degli Esteri Franco Frattini, in un’audizione alle commissioni parlamentari, non le ha mandate a dire al Colonnello: «Ora il Consiglio nazionale libico di transizione ci darà le prove del fatto che il regime di Gheddafi, così come aveva minacciato, sta cominciando a organizzare il traffico di esseri umani». Frattini apre al governo dei «ribelli» di Mustafa Jalil, mentre una delegazione libica è stata ricevuta ieri alla Farnesina: «Solo dimostrando fiducia nel cambiamento che ci garantiamo un futuro di maggiore controllo migratorio». Il ministro bacchetta le divisioni nella Ue: «Abbiamo ascoltato dichiarazioni della commissaria Malstrom e prese di posizioni di Barroso di segno contrario. C’è stata un po’ di confusione, ma i segnali di Barroso sono estremamente positivi».
La bomba umanitaria piove ancora sull’isola siciliana, sebbene il Dipartimento Immigrazione del Viminale abbia già individuato i centri d’accoglienza, ossia Mineo e Crotone, dove i clandestini (i 760 approdati ieri pomeriggio oltre ai 230 sistemati nella ex base Loran) saranno trasferiti in queste ore. La Flaminia della Tirrenia farà rotta su Porto Empedocle, in seguito verso Catania e infine in Calabria. Il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis ostenta calma: «L’ondata di sbarchi dalla Tunisia è ormai solo un ricordo e quelli che riescono a raggiungere l’isola sono piccoli natanti con a bordo solo 40-50 persone. Se funziona il modello di accoglienza annunciato dal governo e se al Nord tutti faranno la propria parte - azzarda - non rischieremo un’altra emergenza».
I migranti appena arrivati sarebbero di nazionalità nigeriana, pakistana, maliana e bengalese.

Una donna ha dato alla luce una bimba subito dopo il soccorso dello staff della Croce rossa italiana. Riferisce il direttore sanitario Cri Fabio Formitelli: «I profughi presentavano sintomi di ipotermia, disidratazione e traumi toraci. Abbiamo assicurato loro tutto il necessario».

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