Scade l’assicurazione dei bus Sila e 10mila studenti restano a piedi

I pullman in servizio tra Milano, Pavia e Lodi sono rimasti fermi nei depositi. Poi èstato siglato l’accordo con le società che sostituiranno l’azienda fallita

Brutta sorpresa ieri per mi­gliaia di pendolari che come al solito si sono recati alla fer­mata dell’autobus per andare a scuola e al lavoro. Come sempre hanno incontrato compagni di scuola o di viag­gio per condividere la trasfer­ta mattutina. Peccato però che ieri, a differenza degli altri giorni, i pullman non siano mai passati nella zona tra Pa­via, Lodi e Milano. Gli auto­bus della Sila erano fermi in deposito. Inutile descrivere la rabbia dei pendolari che oltre al disa­gio di avere perso una matti­nata di lezione, per non parla­re di chi non è riuscito a rag­giungere il lavoro o è arrivato con grande ritardo, non era­no stati avvertiti. Per non par­lare della beffa: quelle rassicu­razioni sul fatto che nonostan­te il fallimento della società di trasporto, il servizio non si sa­rebbe interrotto. Ma facciamo un passo indie­tro: la Sila, la società che da sessant’anni gestisce i collega­menti extraurbani nelle pro­vince di Milano, Lodi, Pavia e Varese, e quelli urbani di Sa­ronno e Seregno, trasportan­do 12mila passeggeri in un giorno feriale, è fallita lascian­do un buco di 32 milioni di eu­ro. Due giorni fa il tribunale di Milano ha sancito il crac, no­minando due curatori. Il falli­mento riguarda anche la con­trollata «Autoservizi Restelli Martino &C» che prestava ser­vizio nel varesotto. Contem­poraneamente sul tavolo dei curatori sono state presentate le manifestazioni di interesse da parte di alcune società che vorrebbero acquisire in loca­zione alcuni rami di azienda: la Line per il pavese e il lodigia­no, la Stie nel milanese e Air­pullman per Saronno e Sere­gno. Venerdì pomeriggio sem­brava che le nuove società avrebbero potuto entrare in servizio provvisorio già ieri ma un nuovo imprevisto ha sparigliato le carte. Scadeva proprio venerdì la proroga dell’assicurazione scaduta il 30 settembre. Per potere pro­lungare ulteriormente l’assi­curazione, almeno per il week­end, servivano 100mila euro. Solo alle 23 di venerdì, dopo un pomeriggio di riunioni tra gli assessori ai trasporti delle province coinvolte, l’assesso­re regionale Raffaele Catta­neo, il curatore e le nuove aziende, è stata trovata la qua­dra. Troppo tardi per chiude­r­e con l’assicurazione e per av­vertire i pendolari. Risultato: il curatore, senza il via libera della compagnia, non ha volu­to far uscire i mezzi e nessuno ha potuto avvertire i pendola­ri. «Una decisione grave - il commento dell’assessore Cat­taneo- perché avevamo predi­sposto tutto affinché il servi­zio non si interrompesse. Con gli ultimi incontri (ieri) contia­mo di far ripartire il servizio domani». Ieri pomeriggio i ti­tolari ai trasporti provinciali, i curatori fallimentari e i rap­presentanti delle nuove azien­de si sono incontrati per risol­vere la situazione: assicurare i finanziamenti necessari per coprire l’assicurazione e ga­rantire il servizio. Alle 19 il ma­­gistrato «che ha interrotto la sua giornata di riposo- fa nota­re l’assessore ai Trasporti del­la Provincia di Milano, Gio­vanni de Nicola - , unico caso in Italia, dovrebbe ratificare l’accordo che consentirà diri­pristinare il servizio già doma­ni ».

Intanto a mezzogiorno verranno presentati in piaz­zetta Reale, con la benedizio­ne dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, i nuovi Airpull­man, 30 mezzi Euro 5, finan­ziati al 50% da Provincia e Re­gione, che sostituiranno i mez­zi più vecchi e inquinanti.

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