(...) Eccola l'altra sorpresa del giorno. La voce c'era, ma sembrava dettata dall'improvvisazione del momento. Solitamente succede così quando si sta pensando ad un candidato e non si trova il nome giusto: si lancia il più scontato prima di cambiare indirizzo.
Invece, no. Eccolo lì. Scajola lancia per la terza volta Enrico Musso come uomo di rappresentanza del Popolo della Libertà: questa volta al Parlamento europeo.
La sfida è assai diversa dal passato e c'è chi potrebbe anche leggerla come un esilio dorato. Musso, candidato sindaco contro Marta Vincenzi nel 2007 e capolista in Senato il 13 aprile dello scorso anno, dovrà ora affrontare la sfida più insidiosa. Il risultato in Liguria lo hanno centrato solo in due e in tempi assai diversi: nel 1994 andarono a Bruxelles i genovesi Eolo Parodi e Franco Malerba. Ma Scajola vuole un ligure al Parlamento europeo e punta tutto sull'unico in grado di attirare i liguri con competenza e appeal già dimostrati in passato.
«Lusingato ma non ne sapevo niente- replica Musso-. Adesso aspetto di poterne parlare direttamente con il ministro».
Ma la giornata di Varazze è stata ricca di sorprese che segnano la rivoluzione politica intrapresa dal Pdl in Liguria. Giro di vite per tanti a partire da questa tornata elettorale: «Stiamo formando una nuova classe dirigente che funziona -spiega il ministro -. Fatta di persone competenti e capaci di amministrare il territorio. Così ci presentiamo agli elettori da giugno: con tanti candidati giovani e preparati».
Novità nella novità non solo si punta sui giovani a Sanremo, Imperia e per la provincia di Savona ma anche per la formazione delle liste sulle quali, da ora in poi, scatta il turn over: «Se in un Comune i consiglieri uscenti fossero venti -ricorda il ministro - dieci saranno ricandidati, altri dieci no in modo da attirare nuove persone in lista. Ci comporteremo così anche per le regionali, dobbiamo capire su che basi attuare questo ricambio».
Amministrative, europee, regionali ma il pensiero è anche a Genova e al mancato colpo del 2007. Scajola dice che i sondaggi in questo momento vedrebbero Pdl e Lega Nord sopra il centrosinistra - «Marta Vincenzi oggi non sarebbe più eletta sindaco» - e si augura per la città un cambiamento di schieramento: «Genova sarà la nostra battaglia decisiva perché in questa città soffocata da un classe dirigente tutta votata alla sinistra c'è bisogno di un rinnovamento».
Parlando di Genova il discorso scivola anche su Paolo Emilio Taviani, il senatore genovese che Scajola vorrebbe ricordare creando per il 2011 un comitato. Poi c'è anche il metodo con il quale si è arrivati ad esprimere i candidati e il programma del Pdl. Gli Stati generali sono un esperimento «made in Liguria» come sottolinea Scajola, modello che sarà esportato in altre regioni: «Non ci siamo sottoposti alla tortura delle primarie comprendendo che fosse un sistema destinato a fallire e abbiamo sperimentato questo modello che ci soddisfa anche per il coinvolgimento massiccio della nostra base».
Ma come si è' arrivati ad esprimere dei nomi? Il solito bilancino tra partiti? «Assolutamente no, abbiamo fatto sondaggi con diverse case di ricerca sul territorio per sapere quali problemi venivano riscontrati e che tipologia di candidati siano privilegiati dalla gente -racconta il ministro -. Su questo ci siamo basati per scegliere i candidati. Pensate ad Imperia, è la mia città conterò qualcosa, però abbiamo candidato un giovane che viene da Alleanza nazionale. Si va per competenza non per partito».
Scajola non dimentica di essere ministro per lo Sviluppo economico e ricorda che venerdì prossimo sarà il giorno del Terzo valico: «Partiamo con un milione di euro e riprendiamo il discorso da dove ci avevano interrotti quelli dello scorso governo - afferma Scajola-. Mi auguro che il porto di Genova, che ha anche eliminato i binari dalle banchine, si meriti un'opera del genere».
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