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Scajola: «Per rilanciare la Liguria ci vogliono le categorie del fare»

Scajola: «Per rilanciare la Liguria  ci vogliono le categorie del fare»

Il governo del fare che dialoga con le categorie del fare: è successo ieri - o meglio: anche ieri - a Genova, Grand Hotel Savoia, dove il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola , auspici e «registi» gli onorevoli Michele Scandroglio e Roberto Cassinelli, rispettivamente coordinatore regionale e provinciale del Pdl, ha voluto incontrare i vertici delle associazioni di imprenditori, commercianti e artigiani, degli ordini professionali e, più in generale, dell’insieme delle fasce produttive che concorrono con laboriosità allo sviluppo dell’economia e dell’occupazione in Liguria. A tutti, il ministro, che aveva a fianco il candidato alla presidenza della Regione Sandro Biasotti, ha confermato l’attenzione dell’esecutivo, dimostrata dalle «numerose iniziative varate e messe in cantiere, per rilanciare il sistema economico e sociale del Paese».
E proprio perché da sempre «le categorie del fare sono il vero motore dell’economia ligure, il riconoscimento del loro ruolo - ha insistito Scajola - si traduce nell’impegno che il governo Berlusconi sta attuando per rilanciare la Liguria con risposte e interventi concreti». L’occasione è stata comunque opportuna anche per affrontare e commentare gli eventi più recenti della cronaca politica. A cominciare dalla campagna elettorale: «Secondo i dati che abbiamo, in Liguria Biasotti e Burlando sono molto vicini, ma il trend di Biasotti è di crescita» ha dichiarato Scajola. Ma ha avvertito subito: «In questa campagna, per colpa della sinistra, sono molto nascosti i temi che interessano alla gente e viene evidenziata ogni giorno la ricerca di scandali». Tasto dolente è quello dell’informazione, come nel caso della «vicenda delle liste che rischia di deformare la realtà dei fatti danneggiando il Popolo della libertà». Eppure, a giudizio del ministro, «questo signore ligure, che pare sia sottoposto ad indagine per firme non raccolte in modo limpido, ha fatto una dichiarazione che non è emersa, mi pare su quasi nessun giornale e in quasi nessuna televisione “libera“, e cioè che più volte ha avuto a che fare con l’Idv di Di Pietro».
Un riconoscimento indiretto, dunque, pur senza espliciti riferimenti, al nostro Giornale che, unico nel panorama mediatico, ha invece messo in giusta evidenza le dichiarazioni di Andrea Pescino relative al partito di Antonio Di Pietro.
«Questa è la controprova - ha insistito Scajola - che anche nella vicenda delle liste si vedono chiaramente le difficoltà che ci sono da una parte. È vero che abbiamo fatto qualche errore a Roma, ma non si evidenzia in maniera chiara come ci sia stata un’interpretazione restrittiva da parte di alcuni giudici che hanno appeso nella loro stanza la fotografia di Che Guevara». L’accusa è ribadita: «Mi pare si stia correndo il rischio di fare intravedere all’opinione pubblica una realtà diversa da quella che è».


Resta il tempo, per microfoni e telecamere, di rispondere a un quesito birichino del direttore di Telenord: «Lei - domanda Paolo Lingua - potrebbe diventare segretario del Pdl?». Scajola glissa: «Il mio impegno attuale è grande, non avrei tempo. Oggi è meglio concentrarci sulla vittoria di Biasotti in Liguria, decisiva per far crescere e progredire il territorio».

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