La Scala apre con «Aida» ma punta a girare il mondo

Si punta sui direttori Barenboim, Chailly, Gatti. La Moratti: «Il teatro è un marchio da esportare»

Piera Anna Franini

da Milano

Tre interventi e tutti tre riconducibili a un termine – a questo punto - chiave: «internazionale». Scala, dunque, dalle porte aperte e allo stesso tempo pronta a spiccare il volo, in giro per il mondo. È quanto ci si augura nella stanza dei bottoni del Piermarini e in particolare da parte del sovrintendente Stéphane Lissner, del Presidente Letizia Moratti e del Vicepresidente Bruno Ermolli, ieri nel Ridotto dei Palchi per presentare il cartellone 2006-2007. Stagione al via il 7 dicembre con Aida, assente da 21 anni, secondo il nuovo allestimento di Zeffirelli e la direzione di Riccardo Chailly: nella rosa eccellente «dei direttori della famiglia Scala», secondo una formula cara a Lissner che in questa fase post-Muti punta sulla rotazione della triade di direttori Barenboim-Chailly-Gatti. Chailly sarà a Milano in settembre e novembre con la Filarmonica della Scala e più in là per Manon Lescaut. Gatti aprirà la stagione 2008-9 con Don Carlo, in dicembre dirige Lohengrin (in coproduzione con Baden-Baden e Opéra di Lione) e nel gennaio 2007 sarà sul podio della Filarmonica della Scala, s’è inoltre parlato di un Wozzeck.
C’è poi tutto un capitolo intitolato a Barenboim, dal mese scorso maestro scaligero. I cinque concerti con l’etichetta «Straordinari» lo vedono (l’1 settembre) alla testa della West-Eastern Divan, l’orchestra dove siedono l’uno accanto musicisti israeliani e palestinesi, il 28 maggio tiene un recital pianistico con parafrasi di Listz, il primo luglio 2007 dirige la (sua) Staatskapelle Berlin cedendola l’indomani a Pierre Boulez. Reca la sua firma anche il concerto del 9 novembre 2007 alla memoria di Arturo Toscanini nel cinquantesimo della scomparsa.
Il sindaco Moratti, all’americana, ha parlato del teatro in termini di «brand», di un marchio da esportare, anche sull’onda dei suoi viaggi. E considerata la fitta agenda internazionale del primo cittadino (nel pomeriggio già a Londra), la cosa lascerebbe ben pensare. Al momento, si ha un primo dato sul fronte «brand»: una visita della Moratti in Cina, a novembre, accompagnata dai complessi della Scala. Di altri espatri, in realtà, non si sa. Quanto alle importazioni, sfilano La fille du régiment di Donizetti dal Massimo di Palermo, Jenufa di Janacek da Parigi, Ledi Makbet di Sostakovic da Londra, Salome di Strauss da Salisburgo e diretta da Harding che in novembre si accaparra altri cinque concerti con la Filarmonica scaligera. È una coproduzione Candide di Bernstein, nel giugno 2007 alla suo debutto scaligero. Altro debutto, quello del soprano Gheorghiu, alla Scala solo per un recital e in luglio Violetta nella Traviata diretta da Maazel. Novità assoluta Teneke di Vacchi, per la regia di Olmi, scene e costumi di Pomodoro. Concerto di Natale affidato a Boulez che il mese prima porta a Milano l’Ensemble Intercontemporain Novecento. L’autunno scorre nel segno di trasferte interne: raggiungono il Piermarini l’Orchestra di Santa Cecilia con Pappano e Renée Fleming, e il San Carlo di Napoli. Mentre l’Orchestra di San Pietroburgo di Temirkanov sarà a Milano in dicembre. Fra i graditi ritorni quello di Myung-Whun Chung per Madama Butterfly (e Fiorenza Cedolins nei panni a lei sì congeniali di Cio-Cio-San) e una serata con la London Symphony Orchestra, in maggio. Ora qualche numero. A farli è Lissner. Che parla di un aumento del 12 per cento per gli abbonamenti, di presenze intorno al 96 per cento e di un bilancio «che se non fosse per la finanziaria si sarebbe chiuso quasi in pareggio» (per il 2006 si presume un disavanzo di 5.700.000 euro). In sintesi, la Scala offre 19 titoli di opera e balletto per un totale di 264 rappresentazioni, di cui solo dieci agli Arcimboldi. Per i sonni tranquilli, rimarca Lissner, è necessario assicurare «stabilità economica, artistica e sociale», anzitutto attraverso una programmazione e una serie di sponsorizzazioni.

Nel frattempo la Moratti, assicura il dialogo con la Provincia (ottavo componente del cda) e parla di «un grande festival della musica» capitanato dalla Scala e capace di coinvolgere le altri grandi realtà cittadine, si parla anzitutto delle Civiche scuole musicali e del Conservatorio.

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