Scala La Cisl si smarca: «Basta scioperi, ora dialogo»

L’altro giorno la decisione di far saltare la prima del Barbiere di Siviglia il 9 luglio. Come segno di protesta contro il decreto sulle fondazioni liriche ormai diventato legge. E oggi l’intervento della Fistel Cisl di Milano che prende le distanze, così come aveva già fatto durante l’assemblea dei lavoratori del Piermarini, sulle mosse della contestazione. «La Fistel Cisl di Milano ritiene sbagliato e fuorviante proseguire con ulteriori scioperi al Teatro alla Scala - dichiara Tullio Falarti, segretario generale della Fistel Cisl -. La legge di riforma ci impone da subito una nuova lettura della vertenza. Occorre rilanciare l’iniziativa sindacale e aprire il confronto, sia a livello nazionale che locale». A livello nazionale, secondo il sindacato, bisogna lavorare sul rinnovo del contratto nazionale delle fondazioni lirico-sinfoniche e sull’incremento delle risorse del Fondo unico per lo spettacolo. A livello locale è indispensabile avviare la trattativa con le istituzioni, Comune in testa, e la Sovrintendenza sull’autonomia della Scala. «Più che il muro contro muro serve il dialogo - afferma Falarti -.

Non è con nuovi scioperi, che penalizzano i lavoratori, i teatri e anche il pubblico, che si risolvono i problemi. In particolare ci dissociamo dalle ripetute agitazioni proclamate a Milano sulle prime degli spettacoli, perché fini a se stesse e inefficaci».

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