da Milano
Continuano le prove del Tristan und Isolde. Dentro il teatro vuoto, ieri risuonavano le note degli orchestrali. Il 7 dicembre invece, alla Scala potrebbe restare solo il silenzio. Niente vip, niente autorità, solo leco delle proteste dei lavoratori scaligeri.
«Martedì sarà il giorno decisivo», afferma il sovrintendente Stéphane Lissner. E mentre parla, sembra fiducioso, convinto «che far saltare la prima sarebbe una sconfitta per tutti. Nessuno escluso». Spera nellincontro di martedì perché il 27 novembre il ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli ha convocato un tavolo nazionale per incontrare i sindacati e i rappresentanti di Anfols, lassociazione nazionale fondazioni liriche e sinfoniche. «Subito dopo lincontro - continua - ci ritroveremo fra di noi per trovare la soluzione migliore per la Scala».
La protesta nazionale è partita da Milano. Gli orchestrali hanno incrociato le braccia per la prima volta il 9, quindi il 17 hanno deciso di far saltare anche la trasferta a Parma. E così il Requiem di Verdi (che doveva essere diretto dal maestro Daniel Barenboim) ha suonato la morte delle trattative. «Non possiamo dialogare con chi usa solo le minacce», tuonava allora Lissner. «Non hanno mantenuto le promesse», rispondevano i sindacati. Da mesi, chiedevano soltanto una cosa: la chiusura del contratto integrativo. Un desiderio reso impossibile dalla legge Asciutti, la norma che impedisce alle singole fondazioni liriche di chiudere contratti integrativi prima del rinnovo del contratto a livello nazionale. «Non siamo disposti ad agire contro la legge - ribadisce Lissner - ma confidiamo che martedì Rutelli faccia un po di chiarezza, permettendoci una deroga in vista della chiusura del contratto nazionale».
Su un aspetto in particolare Lissner non ha dubbi: «Va riconosciuto laumento di produttività dei lavoratori perché lintensità del loro impegno è cresciuta di molto». Un esempio? «La prossima stagione prevede sei nuove produzioni». E ancora: «Negli ultimi due anni le rappresentazioni sono passate da 164 a 273 e gli spettatori da 375mila a 450mila». E se il lavoro è aumentato, è giusto che orchestrali e tutti i lavoratori vengano premiati.
Aspettando martedì, resta lo spazio per le ipotesi.
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